Il “caso marò” è tra le priorità della Farnesina, Emma Bonino subito in trincea

Dalla Rassegna stampa

Il caso più spinoso, quello che richiederà più tempo, il massimo della prudenza ma anche l’indispensabile fermezza, è quello dei due marò in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Poco dopo aver giurato al Quirinale, nell’imminenza del passaggio delle consegne in programma nelle prossime ore, il neo ministro degli Esteri Emma Bonino sa perfettamente che quella dei fucilieri è una delle priorità, come confermano fonti vicine al ministero.
Intanto l’ultimo intervento, venerdì, della Corte Suprema indiana ha di fatto avallato la scelta fatta dal governo di affidare alla polizia antiterrorismo (Nia) le nuove indagini su quanto avvenne quel pomeriggio del 15 febbraio quando la petroliera Enrica Lexie incrociò il peschereccio St. Antony nelle acque contigue indiane. Ma ha anche chiarito che l’inchiesta dovrà riferirsi alla sentenza della Corte Suprema del 18 gennaio 2013, quando cioè il presidente dell’organismo, Altamas Kabir, annullò l’operato delle autorità del Kerala per vizio di giurisdizione, chiedendo nuove indagini e un tribunale speciale.
Lo strumento di base da cui la Nia partirà, quindi, è la denuncia, perfezionata, presentata da Freddy, il proprietario del peschereccio, il 29 agosto 2012. Non si fa in nessun momento riferimento all’utilizzazione, assieme a vari articoli del codice penale indiano, della legge sulla sicurezza marittima (Sua Act), che prevede per i colpevoli la pena di morte.
Parlando dell’inchiesta, in un’udienza a metà aprile in Corte Suprema il Procuratore generale della Repubblica indiano, Goolam Essaji Vahanvati, ha promesso la sua conclusione “nel giro di due mesi”, un tempo che è stato considerato “eccessivo” da parte italiana.
In queste ultime ore comunque sia il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid, sia “autorevoli fonti” governative a Delhi hanno chiarito alla stampa che la Nia potrà perfettamente lavorare senza fare ricorso al Sua Act.
Fonti indiane insistono: “in qualsiasi caso non si manifesta la questione di fare ricorso alla pena di morte in questo caso, se la corte dovesse emettere un verdetto di colpevolezza”. Ora, quello che più interessa al governo italiano e ai legali dei marò è che il processo si metta in moto al più presto possibile, dopo le molte settimane perse quest’anno per questioni burocratiche. C’è infatti la convinzione che durante il dibattimento sarà possibile arrivare per la prima volta a una ricostruzione dei fatti in grado di scagionare i fucilieri dalle accuse loro rivolte.

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani:   Le parole del Presidente Mattarella testimoniano l'urgenza di rivedere il sistema dell'esecuzione penale minorile, che in Italia difetta di regole apposite diversamente da quanto accade in altri paesi europei, e in linea con...
Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e tesoriere di Radicali Italiani, e di Barbara Bonvicini,tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano   Come Radicali Italiani vogliamo esprimere pieno sostegno alla battaglia nonviolenta del compagno Lucio Bertè,...
La tanto amata (a parole!) Costituzione italiana afferma che la pena ha come obiettivo rieducare il condannato. Nonostante lo spirito illuminato della Costituzione, le prassi che regolano le carceri in Italia e alcune leggi, hanno come obiettivo evidente punire e colpire soprattutto chi non ha...