Carceri, l'appello del Quirinale "Realtà disumana, si deve intervenire"

Dalla Rassegna stampa

«Nelle carceri italiane a migliaia vivono in condizioni disumane e gli ospedali psichiatrici giudiziari sono un orrore, inconcepibile in un paese civile. Questa situazione ci allarma e umilia davanti all'Europa. Bisogna trovare soluzioni politiche». Parla con sdegno e passione il capo dello Stato Giorgio Napolitano al convegno su giustizia e carceri organizzato dai Radicali. C'è chi dietro alle sue parole vede una possibile amnistia e la reazione è immediata: protesta la Lega che grida «no anche agli indulti», mentre Berselli del Pdl sottolinea che «non si risolverebbe così il sovraffollamento».

Le parole del presidente però fotografano una realtà. Fatta di penitenziari cadenti e sovraffollati dove sono rinchiusi, anche in tredici per cella, il doppio dei detenuti previsti e dove ogni anno decine si suicidano disperati mentre edifici nuovi restano vuoti, inutilizzati. Persino i direttori degli istituti di pena poche settimane fa sono scesi in piazza a Roma per dire basta. Perché ormai non hanno fondi neppure per «comprare i materassi e la carta igienica da dare ai detenuti».

A raccontare l'inferno quotidiano i numeri. 67mila detenuti rinchiusi in spazi destinati ad accoglierne 45mila, il 40% è in attesa di giudizio e più della metà si vedrà assolto o cadere in prescrizione il reato. Il 33% è composto da tossicodipendenti che dovrebbero stare in comunità invece che in cella guardati da pochi agenti: sono 18mila, secondo il sindacato ne mancano almeno ottomila. Anche loro prigionieri in luoghi cadenti, come Favignana dove le celle stanno otto metri sotto il livello del mare e l'umidità è tale che i detenuti hanno messo le lenzuola ai muri per bloccare l'acqua. Dove mancano i soldi per i lavori di ristrutturazione è così, come ad Aversa, «sono gli agenti e i condannati a rimettere a posto i bagni, portandosi la vernice da casa», racconta il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione sanità del senato.

È grazie al lavoro «coraggioso» di questa commissione, come l'ha definito Napolitano, che mercoledì i carabinieri hanno messo i sigilli a parti di due ospedali psichiatrici giudiziari a Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia. Qui 86 persone vivevano in condizioni disumane, antigieniche, rischiando di finire bruciate come topi perché i sistemi anti incendio non erano collegati all'acqua. I detenuti sono stati spostati poco lontano. Perché tra disorganizzazione e burocrazia accanto alle celle cadenti c'erano nuovi reparti mai utilizzati. «Un conto è proteggere la società da persone condannate e considerate pericolose, un'altra è togliere loro dignità, il diritto di cura. Farle vivere come sotto tortura» ha detto il senatore del Pd e presidente della commissione Ignazio Marino.

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