Carceri: consensi da Pd e Pdl sulla “messa alla prova” per i detenuti

Dalla Rassegna stampa

Soddisfazione per il testo licenziato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera in materia di carceri. La presidente della Commissione, Donatella Ferranti del Partito Democratico, ha sostenuto: “Si tratta di un primo passo per ripensare il sistema delle pene in attuazione della sentenza, del gennaio scorso, della Corte europea dei diritti dell’Uomo che ci ha condannato per il problema del sovraffollamento carcerario. Le nuove norme mirano ad individuare una giusta proporzione della sanzione penale in relazione al bene violato, alla gravità del comportamento in concreto e alla pericolosità sociale dell’imputato. È un provvedimento in grado di incidere sulla situazione emergenziale delle carceri e di diminuire il carico dei procedimenti penali. Un primo importante tassello di una riforma di sistema più ampia che dovrà risolvere le criticità della giustizia penale nel medio - lungo periodo”.
Ha proseguito la Ferranti: “Si è cercato di attuare un equilibrato rapporto fra giustizia riparativa e pena tradizionale: il recupero di un condannato, oltre ad essere una questione umanitaria, ha un significato di prevenzione generale. Infatti le cifra sulla recidività ci dimostrano chiaramente che un condannato recuperato attraverso pene alternative difficilmente tornerà a delinquere, a differenza di uno che ha scontato la pena in carcere. Nessun indulto, nessuno sconto di pena, nessun automatismo. Ma la pena, nel caso di reclusione ai domiciliari, sarà applicata dal giudice della cognizione e non più da quello della sorveglianza, solo se sarà esclusa la pericolosità sociale dell’imputato e per reati di non particolare allarme sociale”.
Ha concluso la parlamentare democratica: “La misura alternativa al carcere diventa pena principale e si eviteranno così inutili passaggi in carcere che sono perlopiù dannosi e costosi per la collettività. Viene così garantito il principio costituzionale della finalità rieducativa e della proporzionalità della pena. Spero che adesso l’aula, a partire da lunedì, approvi il testo con la stessa celerità e il medesimo impegno che ha contraddistinto il lavoro della commissione e che ha portato a questo primo importante risultato per risolvere alcune criticità del sistema penale nell’interesse del cittadino”.
Di “atto di civiltà” ha parlato Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia, sostenendo: “Parlare di indulto è completamente fuori luogo, questo provvedimento è un contributo a fare finalmente della pena un’occasione di recupero e non di vendetta, un’occasione per decongestionare le carceri e non prevede inoltre reati di particolare allarme sociale. Si tratta insomma di una legge che coniuga civiltà e sicurezza”.
Soddisfazione anche da parte di Enrico Costa, capogruppo in commissione del Pdl: “Il testo che abbiamo approvato questa notte in commissione Giustizia sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare costituisce un primo passo verso l’individuazione di misure alternative alla detenzione carceraria, che oggi nel nostro Paese non risponde in alcun modo al principio costituzionale di rieducazione della pena. Per ciò che riguarda la messa alla prova, l’approccio al testo è stato più timido, con l’obiettivo di avviare una prima fase di sperimentazione e, in caso di risultato positivo, di ampliarla a una più vasta gamma di ipotesi”.

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