Carceri: Cancellieri: dobbiamo dare riscontro positivo a istanze Ue

“Il sistema penitenziario vive oggi in una vera e propria emergenza a causa del sovraffollamento. Vi è necessità di dare un riscontro positivo alle istanze provenienti dalle istituzioni europee che di recente hanno sollecitato il nostro Paese all’adozione di misure alternative alla detenzione e ad una rivisitazione delle strategie di politica penale nel senso di un minore ricorso alla carcerazione. In particolare, la corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte sottolineato, da ultimo con la sentenza Torreggiani, la necessità di rimuovere le condizioni che impediscono la tutela dei diritti e della dignità delle persone sanciti dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali vigenti nel nostro Paese”.
Questa la risposta che il Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha dato oggi durante il question time alla Camera al pidiellino Enrico Costa il quale la interpellava sul tema del sovraffollamento carcerario: “più di 1 terzo - ha spiegato Costa - cioè circa 25mila persone sono in carcere in custodia cautelare. La metà di questi sono senza ancora condanna primo grado. Chiediamo al governo se porrà in essere un’iniziativa in proposito”.
Il ministro ha fornito alcuni dati, specificando che “al 31 maggio 2013 erano presenti negli istituti carcerari italiani 65886 detenuti, di cui 23mila stranieri, a fronte di una capienza regolamentare di 46.995 detenuti. Di questi, 24.342 risultavano indagati o imputati in custodia cautelare, 40228 condannati in esecuzione di pena, e 1172 internati”.
Secondo quanto riportato da Cancellieri, “il governo Monti ha introdotto con il dl 211 del 2011 alcune modifiche normative volte a ridurre gli ingressi nel circuito penitenziario per detenzioni di breve durata attraverso il divieto di condurre in carcere salvo poche eccezioni l’arrestato in flagranza e l’innalzamento da 12 a 18 mesi del limite di pena detentiva eseguibile presso il domicilio del condannato. Tali norme hanno fornito risultati incoraggianti: l’analisi obiettiva dei dati statistici dimostra che dall’entrata in vigore della legge 199 del 2010 al 31 maggio 2013 hanno usufruito della detenzione domiciliare quasi 11mila persone”.
Per quanto riguarda il fenomeno delle detenzioni brevi, Cancellieri ha spiegato che “l’incidenza percentuale di queste è passata dal 30% degli ingressi annuali all’attuale 13%: in termini assoluti, è sufficiente rilevare che nell’anno 2011 su 76.982 detenuti entrati in carcere ben 17.441 (22,7%) ne erano usciti entro 3 giorni. nel 2012 su 63.020 ingressi le scarcerazioni entro 3 giorni sono state solo 8.722 (13,8%)”. Ha concluso Cancellieri che al momento “non risultano allo Stato iniziative normative volte a modificare in via diretta istituto della custodia cautelare anche in relazione a porte girevoli. A Cancellieri ha risposto ancora Costa, il quale ha rilevato che “in questa fase Governo lascia a Parlamento l’iniziativa su questo tema”.
Per Costa “è fondamentale intervenire poiché il fenomeno delle porte girevoli determina non solo problemi legati alla situazione penitenziaria dell’affollamento, ma anche per colui che viene introdotto per qualche giorno, poiché le carceri non evitano promiscuità di situazioni tra detenuti in custodia cautelare e quelli in via definitiva. Servono misure alternative cautelari rispetto a detenzione in carcere”.
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