La Camera approva in prima lettura il DDL sulla messa in prova: i commenti dei politici di vari partiti...

Ferranti (Pd): messa alla prova passo storico nel sistema penale
“Sono molto soddisfatta che la Camera, dopo una lunga discussione, abbia approvato il provvedimento sulle misure alternative al carcere e la messa alla prova ; è un provvedimento che incide sulla situazione emergenziale delle Carceri e permette di diminuire il carico dei procedimenti penali”. Lo ha detto Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia della Camera. “Si tratta - spiega - di un primo passo per ripensare il sistema delle pene in attuazione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia per il problema del sovraffollamento carcerario. Le nuove norme mirano ad individuare una giusta proporzione della sanzione penale in relazione al bene violato, alla gravità del comportamento in concreto e alla pericolosità sociale dell’imputato. Un primo importante tassello di una riforma di sistema più ampia che dovrà risolvere le criticità della giustizia penale nel medio-lungo periodo”.
“Si è cercato di attuare un equilibrato rapporto - continua Ferranti - fra giustizia riparativa e pena tradizionale: il recupero di un condannato, oltre ad essere una questione umanitaria, ha un significato di prevenzione generale. Infatti le cifra sulla recidività ci dimostrano chiaramente che un condannato recuperato attraverso pene alternative difficilmente tornerà a delinquere, a differenza di uno che ha scontato la pena in carcere. Nessun indulto, nessuno sconto di pena, nessun automatismo; ma la pena, nel caso di reclusione ai domiciliari, sarà applicata dal giudice della cognizione e non più da quello della sorveglianza, solo se sarà esclusa la pericolosità sociale dell’imputato e per reati di non particolare allarme sociale. La misura alternativa al carcere diventa pena principale e si eviteranno così inutili passaggi in carcere che sono perlopiù dannosi e costosi per la collettività. Viene così garantito il principio costituzionale della finalità rieducativa e della proporzionalità della pena. Spero - conclude Ferranti - che adesso il Senato approvi il testo con la stessa celerità e il medesimo impegno che ha contraddistinto il lavoro della commissione della Camera e che ha portato a questo primo importante risultato per risolvere alcune criticità del sistema penale nell’interesse del cittadino”.
Verini (Pd): messa a prova provvedimento civiltà
“Votiamo una legge di grande civiltà, di respiro europeo e di grande portata culturale”. Lo ha assicurato Walter Verini, capogruppo Pd nella commissione Giustizia di Montecitorio, durante la dichiarazione di voto in Aula sul ddl di delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e di sospensione del procedimento con messa alla prova. “La nostra Costituzione non prevede la pena come vendetta, ma il recupero e il reinserimento: questa legge applica proprio questo importante principio, decongestionando un sistema processuale intasato e lento, alleggerendo il sovraffollamento delle carceri e investendo in sicurezza, a vantaggio di tutti i cittadini”, ha spiegato. Per questo “il Movimento 5 Stelle ha perso l’ennesima occasione mentre la Lega e la destra, ancora una volta, hanno puntato tutta la loro opposizione sulle paure e su argomenti forcaioli e, quelli sì, di vero allarme sociale”, ha sottolineato, “l’auspicio è che le nuove norme siano un primo tassello di intervento organico per rendere la giustizia più efficiente e le carcere più umane”.
Rossomando (Pd): con pene alternative sistema più civile
“Un primo passo verso un sistema delle pene più civile e moderno”. Così la deputata del Pd Anna Rossomando, membro della commissione Giustizia, commenta il via libera dell’assemblea di Montecitorio al ddl sulle pene alternative al carcere e messa alla prova dei detenuti, che passa al Senato per la seconda lettura. “Queste norme - aggiunge la deputata - avvicinano la legislazione del nostro Paese a quella dei sistemi anglosassoni, rafforzano il principio di certezza e di efficacia della pena e consentono di dare attuazione al principio per cui la detenzione in carcere costituisce un’extrema ratio da applicare solo quando non vi siano altre possibilità”. “È demagogico affermare che pericolosi criminali si trovino in libertà dopo l’entrata in vigore della legge perché restano esclusi dall’applicazione di queste norme i reati che provocano allarme sociale: sia per i criteri a cui si deve attenere il giudice, sia per il limite di pena edittale previsto per l’applicazione della norma. Semmai, e questa è una novità, è prevista la possibilità, nell’esecuzione di queste pene alternative, di stabilire prescrizioni e cautele a tutela delle persone offese e commisurate alle condizioni reali dell’autore del reato”, sottolinea. “Con questo provvedimento - conclude Rossomando - inizia finalmente una stagione di interventi strutturali, e non di mera emergenza, sui tempi e sull’efficacia dei processi. Si vuole così attuare pienamente il principio di legalità e giustizia, che mette al primo posto la tutela dei diritti di tutti i cittadini. Spiace che proprio su questo terreno anche il movimento 5stelle, che della rappresentanza dei diritti dei cittadini ha fatto un vessillo, non abbia condiviso l’approvazione del provvedimento”.
Cancellieri: soddisfatti ok camera. Ddl è buona norma
Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, esprime “soddisfazione” per l’approvazione da parte della Camera del ddl sulle pene alternative al carcere e sulla messa alla prova, che ora passa all’esame del Senato. “Siamo convinti che sia una buona norma e una buona legge. Ora andiamo avanti”, dice il Guardasigilli.
Marazziti (Sc): stupito da tono forcaiolo M5S
Mario Marazziti ha commentano con soddisfazione il via libera della Camera al ddl per la messa in prova e ha stigmatizzato il voto contrario del Movimento 5 Stelle. Il provvedimento “è un primo passo importante per uscire da una bancarotta del sistema giudiziario che ha da tempo messo fuorilegge l’Italia”, ha dichiarato il deputato di Scelta Civica, “è un cambiamento culturale, la fine di una idea carcerocentrica e di una idea di giustizia come vendetta”. Ma se “mon è stata una sorpresa vedere amore per il carcere in Fratelli d’Italia e in chi ha sempre sostenuto - in maniera insensata - più reclusione”, ha proseguito, “sono tuttavia stupito e addolorato, oltre che sorpreso, nel vedere il M5S votare, con tono a volte forcaiolo, contro una legge che umanizza il carcere, aumenta la sicurezza, rende più civile l’Italia”.
Formisano (Cd): ddl su pene alternative meglio di niente
“Come sempre l’ottimo è nemico del buono: il provvedimento sulle Carceri, approvato oggi, era l’unico che si poteva adottare nelle condizioni date”. Ad affermarlo, in una nota, è Nello Formisano (Cd), vicepresidente di Centro Democratico e capogruppo a Montecitorio del partito guidato da Bruno Tabacci. “Rispetto alle innumerevoli condanne comminateci dalla Corte di Giustizia Ue, e di fronte alle miserevoli condizioni dei detenuti nelle Carceri italiane, quella di oggi non è la soluzione al problema ma rappresenta l’unica strada percorribile, nell’immediato, per migliorare la vivibilità nelle strutture carcerarie del nostro Paese”, aggiunge Formisano, il quale conclude. “Opporsi in modo demagogico a tale provvedimento significa non voler neanche cominciare ad avviare a soluzione i problemi”.
Possamai (Gd): importante puntare a recupero
“L’ok della Camera al ddl sulle pene alternative al carcere va sicuramente salutata con soddisfazione. La situazione del nostro sistema carcerario, che ci è costata numerose condanne da parte della Corte di Giustizia Europea e continui richiami da parte delle istituzioni comunitarie, è una tra le pagine più tristi e vergognose del nostro Paese. Il ricorso e l’incentivo alle pene alternative è un piccolo passo nella direzione del recupero e reinserimento del detenuto, come previsto dalla Costituzione”. E’ il commento di Giacomo Possamai, vicesegretario nazionale dei Giovani Democratici-PD, sul Ddl relativo alle pene alternative, approvato oggi alla Camera. “Questo provvedimento - continua il vicesegretario - segna un cambio di prospettiva: da sola gestione dell’emergenza si passa a visione complessiva del problema. Ora si deve proseguire su questa strada: mettere mano alle leggi Bossi-Fini e Fini-Giovanardi, implementare risorse e misure della legge Smuraglia per costruire un piano strategico per il reinserimento lavorativo all’interno delle carceri. I dati, infatti, mostrano come in Italia la recidiva raggiunga il 68,4% tra coloro che hanno scontato la pena in carcere contro il 19% tra coloro che hanno potuto beneficiare di misure alternative. Cioè, degli circa 67 mila detenuti presenti oggi nelle carceri italiane, quasi 46 mila commetteranno almeno un nuovo reato entro cinque anni dalla scarcerazione. Al contrario, secondo i dati in possesso di imprese e cooperative, tra i detenuti che seguono percorsi di inserimento lavorativo registra un abbattimento molto significativo, scendendo fino all’1% se cominciato all’interno del carcere, e portato avanti all’esterno in misura alternativa o in art. 21 O.P.” “Un dato è certo e incontrovertibile - conclude Possamai: solo con percorsi di rieducazione e reinserimento sociale attuati attraverso il lavoro è possibile ricostruire il rapporto tra ex detenuti e società esterna. E se pensiamo al valore economico di questo recupero (l’1% di recidiva vale tra i 35 e i 50 milioni di euro e che per ogni milione di euro investito nel lavoro carcerario se ne risparmiano circa 9), ci rendiamo conto di come il reinserimento è argomento che riguarda l’intero sistema Paese”.
Carfagna (Pdl): doveroso risolvere emergenza
“Il decreto “svuota carceri” è un provvedimento che tenta di risolvere una situazione umanitaria. Perché - scrive Mara Carfagna su Think News, quotidiano di cui è direttore editoriale - a questo tipo di emergenza siamo arrivati con le carceri nel nostro Paese. Tuttavia sia questa l’ultima volta che si rende necessario votare un decreto di questo genere. Notizia positiva è che la Camera ha però oggi approvato un mio ordine del giorno che impegna il Governo “ad effettuare un attento monitoraggio per valutare gli effetti applicativi sui reati di grave allarme sociale, quali il reato di stalking”. Questo perché continuo e continuerò sempre a dire basta. Basta ai reati contro le donne, alle violenza, allo stalking, alle morti. Tutti sappiamo - continua Carfagna su Think News - che nella maggioranza dei casi un femminicidio è sempre preceduto da un reato di stalking. Una donna morta è stata quasi sicuramente perseguitata prima di essere uccisa. Liberare i colpevoli di stalking, in un momento storico come questo e considerando che il Governo sta valutando un inasprimento delle pene per questo reato, potrebbe farci diventare tutti quanti colpevoli di concorso in femminicidio. Il sovraffollamento delle carceri è sicuramente una piaga, un problema serio e reale del nostro Paese, che va affrontato con urgenza e diligenza. Ma il problema è che c’è oggi in Italia un abuso del regime di carcerazione preventiva, decine di migliaia di detenuti che alla fine verranno dichiarati innocenti ma che oggi sono in carcere. Per risolvere il problema bisogna iniziare proprio da questo punto: una riforma della custodia cautelare preventiva. Ma non basta. E’ necessario - conclude Mara Carfagna su Think News - che Governo e Parlamento tornino a parlare dell’ampliamento degli istituti penitenziari esistenti e della possibilità di costruire nuove carceri. Il problema va risolto dalla base e non con un provvedimento che rischia di farci ritrovare nella stessa situazione tra qualche anno”.
Sisto (Pdl): umanizzare le carceri non ha colore politico
Il presidente della Commissione Affari Costituzionale alla Camera, Francesco Paolo Sisto, esponente del Pdl, ha diramato una nota in cui ha spiegato: “La legge sulla messa alla prova, approvata oggi, è un passo in avanti verso l’obiettivo di modificare la concezione carcerocentrica della pena, utilizzando uno strumento deflattivo duttile e moderno. Umanizzazione e funzione rieducativa della pena non hanno un colore politico, bensì il colore, neutro quanto affascinante, della Costituzione repubblicana”.
La Russa (FdI): ddl è un’amnistia, ricorreremo a Consulta
“Non comprendo la necessità che questo provvedimento corresse a questa velocità spasmodica. Il governo finora ha rinviato tutto, dall’Iva all’Imu fino alla decisione sugli F35, ma sullo svuota carceri che riempie le città di criminali abbiamo riscontrato una fretta indiavolata. Siamo davanti ad una amnistia ed a un indulto conclamato, che stiamo votando a maggioranza semplice violando la Costituzione. Se davvero il testo serviva a svuotare le Carceri bastava usare le caserme dismesse almeno per chi doveva scontare l’ultimo anno di pena. Che senso ha poi, intervenire sui colpevoli acclarati facendo finta di non sapere che la larga parte dei detenuti sono in attesa di giudizio? La realtà è che si lasciano liberi i criminali e si tengono in carcere quelli che potranno essere dichiarati innocenti. Questo provvedimento mette in libertà chi commette crimini contro i più deboli, come gli scippati ed i truffati. Non capisco come questa Camera possa adeguarsi a tutto questo. Questo provvedimento è un’amnistia e un indulto. Fratelli d’Italia non solo vota contro ma farà un referendum e adirà la Corte costituzionale per rendere giustizia alle vittime innocenti della violenza altrui”. Così Ignazio La Russa, presidente di Fratelli d’Italia intervenendo in Aula alla Camera nelle dichiarazioni di voto sul ddl messa alla prova”.
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