Boom di richieste per l’eterologa: 3.400 in 22 giorni Venti le domande negli ospedali genovesi

Dalla Rassegna stampa

Si erano illusi e ci avevano messo il cuore sopra in tanti quando la Corte Costituzionale, aveva riaperto alla fecondazione eterologa. Sono passati venti giorni e non è cambiato niente e se ne andrà anche l’estate prima che le coppie possano mettersi in lista per avere figli con le tecniche utilizzate in mezza Europa. Per ora, dopo la sentenza della Consulta, solo polemiche, un profluvio di parole e tante speranze appese a una legge che deve essere prima studiare e poi approvata dal Parlamento. Nel frattempo c’è già stato un boom di richieste in tutta Italia: almeno 3.400 arrivate nei centri di procreazione assistita.

Una ventina soltanto a Genova, dove ci sono due ospedali, il San Martino e l’Evangelico che sulla carta sono pronti a partire anche domani mattina. Il ginecologo genovese Mauro Costa, che due anni fa, è stato "dolcemente allontanato" dall’ospedale Galliera (presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco) perché non era gradito il suo impegno sulla fecondazione assistita, è stato presidente della Società italiana ospedaliera sterilità Sios, invita a non farsi troppe illusioni sui tempi: «Per partire servono regole chiare per gli ospedali sulla conservazione, per i donatori sulla privacy e per le coppie.

Il numero delle richieste conferma l’attesa che c’è in Italia per la fecondazione eterologa». E i costosi viaggi all’estero per diventare genitori. Ogni anno almeno 2.500 coppie italiane si rivolgono all’estero per poter effettuare un intervento di fecondazione eterologa. La Spagna è la meta preferita e, secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio sul turismo procreativo: nel 2011 sono stati circa 950 i pazienti italiani che si sono rivolti a otto centri spagnoli che sono la destinazione preferita anche perché adottano una legge che consente la fecondazione assistita per le donne single, l’ovodonazione, l’embrio-donazione, nonché l’anonimato dei donatori. In seconda posizione la Svizzera, davanti alla Repubblica Ceca. I costi, spese di viaggio e alloggio escluse, sono alte: almeno 7.000 euro in Spagna per scendere ai 3.000 dell’Ucraina, ma ora la sentenza della Corte costituzionale ha ridato la speranza a tante coppie che avevano rinunciato perché non potevano permettersi una spesa così elevata.

Ma ieri pomeriggio, a stretto giro di mail dalla notizia sul record di richieste, è arrivata la frenata del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, attraverso il suo staff. «Solo quando si conosceranno le motivazioni della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa - spiega una nota del dicastero - sarà possibile individuarne le modalità di attuazione. Saranno molti gli aspetti da regolare, con diversi provvedimenti, sia di tipo amministrativo che legislativo».

 

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