Bici vs auto l'Italia come l'Olanda?

Il ciclismo ha un'immagine eroica. La sua epopea si è scritta intorno alla metà del secolo scorso, nell'immediatezza del dopoguerra fino agli anni 60. Poi il boom economico cancellò le rastrelliere di biciclette davanti alle grandi fabbriche e si edificarono parcheggi.
Nessuno se ne lamentò, specie quando pioveva o faceva molto freddo, e anche il Giro d'Italia non fu più la stessa cosa. Oggi si affittano biciclette nei centri storici delle città e a partire dalle periferie si edificano piste ciclabili. Ottime iniziative. Altro discorso è proporre di disincentivare l'auto non a favore dei mezzi pubblici ma della bicicletta, come alcuni parlamentari propongono anche con trovate propagandistiche. Il senatore radicale Perduca, commentando i dati di un auto-velox, installato per prova da lui e altri parlamentari a Roma vicino al Colosseo, ha definito «indegno che nella Capitale, a fianco del Colosseo» le auto sfreccino a più di 70 Km/h. Giustissimo, infatti c'è il codice della strada, valido anche per i comuni sprovvisti di monumenti. Invece no, occorre tornare tutti alle due ruote e il senatore Ferrante del Pd vede nella crisi un'opportunità per cambiare pessime abitudini. Tornino, se non le grandi fabbriche, almeno le rastrelliere. Un remake neo-realista. Così - sostengono questi senatori - l'Italia potrà rimettersi al passo con l'Olanda. Qualcuno almeno avverta il senatore Perduca che, al contrario dei Paesi Bassi, Roma ha sette colli. E in bicicletta è dura.
© 2012 Il Riformista. Tutti i diritti riservati
SU