«Allarme amianto al Policlinico Umberto I»

Dalla Rassegna stampa

Allarme amianto al Policlinico Umberto I. A lanciare l'allarme è il capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, Vincenzo Maruccio autore di un'interrogazione (Giulia Rodano prima firmataria) alla governatrice Renata Polverini sullo smaltimento dell'eternit nella struttura sanitaria.

Nel testo dell'interrogazione, inviata al presidente dell'Aula della Pisana Mario Abbruzzese, Maruccio fa riferimento a un atto analogo presentato alla Camera dal deputato del Pd Maria Antonietta Farina Coscioni già l'8 luglio 2009 nel quale si denunciava la presenza di amianto in nove reparti ma che, «nonostante i diciassette solleciti, l'ultimo dei quali in data 16 novembre 2011», non ha ricevuto risposta. Una circostanza, peraltro, rimarcata dal sindacato Fials, come si legge nell'interrogazione. Maruccio ricorda che nella giurisprudenza penale è stata introdotta la responsabilità degli enti per le malattie da esposizione ad amianto e che l'articolo 55 del Testo unico punisce il datore di lavoro che «omette la valutazione dei rischi».

Il problema dell'amianto nei reparti dell'Umberto I è del resto conosciuto anche alla stessa Regione Lazio. L'interrogazione presentata da Maruccio informa infatti che già nel luglio 2009 la Asl RmA multò per seimila euro il Policlinico «in quanto non ha provveduto a mettere in atto completamente il programma di controllo sui materiali contenenti amianto in matrice friabile», nonostante la Regione avesse deliberato «la programmazione di interventi di bonifica» negli edifici pubblici.

Considerando «gli atti di diffida» presentati dalla Fials e l'esposizione all'amianto cui «sono esposti non solo i lavoratori, ma anche i pazienti e i visitatori che giornalmente» si recano al Policlinico, Maruccio chiede alla Polverini di sapere «se il progetto di smaltimento sia in fase di realizzazione o progettazione; quanti e quali siano le strutture effettivamente censite e bonificate» e quali siano i motivi del ritardo della bonifica; «l'importo dettagliato di spesa, il nome delle ditte di smaltimento e i luoghi dove i materiali siano stati collocati; l'eventuale numero di soggetti colpiti da patologie amianto-correlate». Maruccio ricorda che l'importo economico per la bonifica «non è noto», così come sono sconosciute le strutture censite.

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