"Al nuovo governo chiediamo l'amnistia"

Un’amnistia come primo atto del nuovo governo. Lo chiede la Comunità di Sant’Egidio, attraverso il portavoce Mario Marazziti, «per rendere il carcere nuovamente utile ed evitare che sia, come ora, inumano e illegale». L’occasione per rilanciare la campagna contro il sovraffollamento delle carceri è stato il tradizionale pranzo di Santo Stefano, organizzato ieri nel penitenziario romano di Regina Coeli, a cui hanno preso parte 110 detenuti in rappresentanza di tutti i 1.250 carcerati della struttura capitolina, che avrebbe una capienza massima di 800 persone. Delle condizioni di vita nelle celle ha parlato anche l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, durante la Messa di Natale nel penitenziario di Marassi. Le carceri, ha auspicato, siano «ambienti sempre meglio adeguati» e la detenzione possa «aiutare di più il reintegro di ciascuno». A San Vittore si è invece recato, la vigilia di Natale, l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. «Il tempo che vivete qua dentro è duro - ha sottolineato - reso ancor più duro dal sovraffollamento e da una concezione punitiva anziché medicinale della pena». Per questo, ha continuato l’arcivescovo, in vista delle prossime elezioni è importante che tutte le forze politiche «esplicitino nel programma elettorale come intendono occuparsi delle carceri».
Al governo che verrà si è rivolta anche Gioia Cesarini, presidente dell’associazione di volontariato “A Roma insieme”, che ha posto l’accento sui 60 bambini che, con le madri detenute, vivono in carcere. Al nuovo esecutivo, l’associazione di volontariato ha chiesto l’impegno a realizzare case famiglia, dove le madri possano scontare la pena senza far subire la carcerazione anche ai figli. «Siamo preoccupate - spiega Gioia Cesarini -. Il 2014, data in cui dovrebbero, secondo la legislazione vigente, essere pronte le case famiglia protette, è dietro l’angolo. Solo così si può offrire una vera alternativa alle donne detenute e quindi realizzare l’obiettivo secondo cui nessun bambino deve varcare la soglia di un carcere». La fine anticipata della legislatura ha interrotto l’iter della legge sulle misure alternative al carcere, «che avrebbero avuto un effetto deflattivo», sottolinea il capogruppo Udc al Senato, Gianpiero D’Alia. L’amnistia, ricorda, deve essere «costituzionalmente collegata a una riforma strutturale del codice di procedura penale e del codice penale». Infine, il leader radicale Marco Pannella ha annunciato la sospensione dello sciopero della fame e della sete per ottenere l’amnistia, dicendosi «pronto a riprenderlo» se lo Stato non «uscirà dalla flagranza criminale».
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