34 anni dopo è ancora Vaticano Spa

Dalla Rassegna stampa

Nel gennaio del 1977 Paolo Ojetti, con l`aiuto di Pierluigi  Franz, pubblicò su l`Europeo  un`inchiesta di quelle che  restano nella memoria del  giornalismo. In prima pagina,  sopra una foto notturna della  cupola di San Pietro, compariva  il titolo: "Vaticano Spa".  Era la ricostruzione minuziosa  dell`immenso patrimonio  che congregazioni, collegi,  case sante, istituti ecclesiastici,  rettorati, pie società, capitoli,  abbazie e una serie infinita  di enti e ordini monastici,  possedevano nella sola città  di Roma: un quarto del patrimonio  immobiliare era proprietà  della Chiesa.  QUELL`ARTICOLO, assieme  a un altro paio di scoop, costò  la poltrona di direttore a  Gianluigi Melega che era arrivato  alla testa del periodico  Rizzoli soltanto nell`estate  precedente. "Quando Rizzoli  decise di sollevarmi dall`incarico  - ricorda Melega - mi disse  che facevamo un gran bel giornale ma che lui non poteva  permetterselo".  Oggi, a distranza di 34 anni,  mentre imperversa una furibonda  campagna sulla tassazione  dei beni ecclesiastici  non utilizzati per "finalità di  culto", è incredibile annotare  come non esistano banche dati  in grado di fornirci il dato ufficiale  di queste società. Di  più: lo Stato italiano non sa  quantificare la cifra che, tra  sovvenzioni ed esenzioni, il  Vaticano ottiene annualmente  dalle casse del bilancio italiano.  Le richieste dei soli Radicali,  seppure sostenute da una  parte della pubblica opinione,  non sono riuscite a ottenere risposte.  Stefano Livadiotti, sull`Espresso,  ha messo in fila diversi di  questi "privilegi": alcuni certi,  come la pratica ormai invalsa  nella distribuzione dell`8 per  mille, che premia oltremodo  la Cei a dispetto delle altre  confessioni religiose che hanno  sottoscritto l`intesa con lo  Stato o lo sconto che dal 2006  il Comune di Roma pratica per le auto vaticane che devono  passare per la zona a traffico limitato del centro. Altre solo  ipotizzabili, come il mistero  dell`Ici, la tassa sugli immobili  di proprietà. I Comuni hanno  valutato con una "prudentissima  analisi" un mancato introito  "compreso tra i 400 e i 700  milioni di euro l`anno". Il matematico  Piergiorgio Odifreddi,  da sempre rappresentato  come "anticlericale" ha stimata  la cifra di 6 miliardi di euro.  Anche i dati ufficiali, forniti  dall`Amministrazione del patrimonio  della sede apostolica  e risalenti a un lustro fa (il  2006), non sembrano rigorosissimi.  A conti fatti il rendimento  dei palazzi di proprietà  sarebbe quattro volte maggiore  di quello che incamerano  gli enti di previdenza italiani.  Vale a dire che o le proprietà  ecclesiastiche ottengono affitti  da capogiro o che si è rivisto  al ribasso il valore del patrimonio  di partenza (stimato per  l`appunto nel 2006 a 430 milioni  di euro).  Ojetti, autore dell`inchiesta  che in quell`inizio d`anno del  `77 fu stroncata dall`Osservatore  Romano spiega: "In 34 anni  nulla sembra essere cambiato.

Anche allora ci chiedevamo  perché questo enorme patrimonio  non venisse tassato".  MELEGA ricorda: "Dagli anni  `50, con la costruzione dell`Hilton  a Monte Mario e l`inchiesta  dell`Espresso su `Capitale  corrotta, nazione infetta`  ci colpiva il fatto che il Vaticano  si occupasse di immobili.  Pensavamo detenesse un patrimonio  di latifondo, invece  dai Parioli a Gregorio VII stava  edificando in tutta Roma".  Non fu, come detto, l`unica inchiesta  che fece traballare la  direzione Melega a l`Europeo.  Le altre due parlavano di massoneria  ("Tassan Din, l`uomo  di mano di Rizzoli che fino ad  allora non avevo mai visto, mi  venne a incontrare e mi suggerì  un pezzo sulla massoneria  `buona`. Lo misi alla porta".  Poi un`inchiesta su Seveso mise  in contatto il presidente del  Consiglio Giulio Andreotti e  un monsignore romano, Angelini,  deus ex machina della sanità  romana. Era il 1977. C`erano il  terrorismo, l`Urss e la Guerra  fredda, ma sembra oggi. Melega  allarga le braccia: "E incredibile,  ma è così".

Nel 1977 gli  articoli sulla  Chiesa  dell`Europeo  costarono  il posto al direttore Melega.

 

 

© 2011 Il Fatto Quotidiano. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani   Che il libero mercato in Italia sia un miraggio è cosa risaputa, e ne è la conferma questa ennesima manifestazione contro la direttiva Bolkestein. Una protesta appoggiata dal partito unico dell’...
Si è conclusa un'ulteriore fase nel tentativo di salvare MPS dalle conseguenze di condotte gravissime poste in essere nell’arco di decenni da settori politici locali e nazionali prevalentemente di sinistra, ma non solo. L’operazione sarà resa possibile anche dall’intervento del fondo Atlante con la...
Dichiarazione di Valerio Federico e Alessandro Massari, tesoriere e membro di direzione di Radicali Italiani:   La  Commissione europea ha pubblicato il  rapporto sulle previsioni economiche dopo il referendum britannico. Si legge che "Il settore bancario, in...