Mister Buco a peso d'oro. Tremonti, Alemanno e Varazzani: il gioco delle tre carte!
Può capitare che un commissario chiamato a sanare un debito faccia aumentare le spese del 1250%?
Può capitare che sia nominato con procedimenti tanto inconsueti da essere dichiarati illegittimi dal Tar?
E può capitare che per rimetterlo al suo posto si inserisca un trafiletto ad hoc in una legge di due mesi dopo?
Incredibile ma non troppo
Tutto questo è successo a Roma nell'arco dell'ultimo anno e noi Radicali lo abbiamo denunciato e documentato con un dossier. Il commissario si chiama Massimo Varazzani ed è il Mister Buco pagato a peso d'oro, attualmente incaricato di appianare l'enorme debito del Comune di Roma. Parmigiano semi sconosciuto ai più, ma fedelissimo di Tremonti: è stato amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti (la banca del Tesoro e della Pubblica Amministrazione) dal novembre 2008 all'aprile 2010.
Il gioco delle tre carte
La nomina di Varazzani è avvenuta per "le vie brevi" come le ha definite il suo predecessore Domenico Oriani, magistrato di larga esperienza nel settore pubblico, già Presidente di sezione nella Corte dei Conti e successore diretto di Alemanno nell'ufficio di commissario alla gestione del debito. Il suo mandato è durato soli 5 mesi e si è concluso a mezzo stampa proprio col subentro di Varazzani.
il dossier radicale (pdf)
- Dissesto di fatto non di nome
- Il "processo" al debito
- Il decreto salva Roma Capitale
- Manovre di ottimismo
- Dimissioni & Omissioni
- È di nuovo emergenza!
- Rifare chiarezza
- Satyagraha romano e nazionale
- Il Comune fa i conti con la Corte
- La propaganda su Roma Capitale
- Indagini sui derivati insabbiati
- L'evento di Roma Capitale
- Le mille e una proroga sul documento “fantasma”
- Il supercommissario Varazzani due poltrone e compensi d'oro
- Le iniziative radicali
dossier a cura di Riccardo Magi e Luisa Simeone
Oriani, dopo aver inutilmente cercato di capire il motivo della sua rimozione con due lettere al Ministro dell'Economia (1 - 2) che mai hanno ricevuto risposta, ha presentato ricorso al Tar che il 16 dicembre scorso gli ha dato ragione, annullando la nomina di Varazzani.
Ma a quanto pare nello scacchiere di Tremonti questa nomina era più che strategica, tanto da indurre il governo a legiferare al riguardo. Un apposito emendamento nel testo del milleproroghe approvato a fine febbraio, ha stabilito che il commissario al debito del Comune di Roma debba avere "comprovati requisiti di professionalità nella gestione economico finanziaria acquisiti nel settore privato" cosa che manca a Oriani, ma non a Varazzani, invalidando così la sentenza del tribunale amministrativo e rimandando la palla al Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi il 15 marzo sulla sospensiva di tale sentenza.
Tra Tremonti, Alemanno e il neo Mister Buco dunque, si fa il gioco delle tre carte e intanto Varazzani resta al suo posto almeno per un altro po'.
Mister Buco a peso d'oro
Ma con la capitale ai limiti del dissesto finanziario, la cui dichiarazione si è evitata a forza di decreti ed erogazioni straordinarie di liquidità direttamente dal governo, a quanto ammonterà lo stipendio del neoassunto Varazzani, unico manager nella rosa dei candidati a possedere i requisiti di legge? Lo dice un altro trafiletto inserito nel milleproroghe, con cui si ricontratta l'ammontare del compenso dovuto al commissario straordinario. Fino a Domenico Oriani esso doveva essere del 20% inferiore a quello dei super dirigenti del comune. Il testo dell'emendamento invece recita ad oggi che non deve superare il "costo complessivo annuo del personale dell'amministrazione di Roma Capitale incaricato della gestione di analoghe funzioni transattive", il che significa che si potrebbe raggiungere una cifra imprecisata il cui picco (facendo conti approssimativi) potrebbe superare gli 800 mila euro. Intanto un dato oggettivo viene dall'aggravio complessivo dei costi del suo ufficio che è passato da 200 mila euro annui a 2 milioni e 500 mila! Ovvero il 1250% in più! Ma Mister Buco Varazzani vale tanto oro quanto pesa, è per questo che il suo unico stipendio sarà pagato con i fondi destinati alle nuove assunzioni del comune di Roma!Il meccanismo è questo: i soldi per il suo stipendio verranno presi da un fondo apposito per il sostegno degli oneri derivanti dall’attuazione del piano di rientro (reperito aggiungendo una tassa d'imbarco passeggeri per gli aereoporti di Roma e aumentando la quota Irpef comunale), ma alle risorse destinabili per le nuove assunzioni del comune di Roma sarà sottratto l’importo della retribuzione corrisposta al Commissario.
Debito, opacità e conflitti
Ancora altri aspetti di non inferiore importanza rimangono da chiarire in questa storia. Primo tra tutti l'ammontare complessivo di quel debito ereditato dall'amministrazione Alemanno nel momento del suo insediamento, nel 2008, che all'inizio doveva ammontare a circa 8 miliardi, ma che dopo due anni di amministrazione ordinaria e straordinaria del sindaco-commissario si stimava avesse superato i 12. Esisteva un dissesto di fatto, ma il governo ha deciso di procedere per la via del decreto, con l'ennesimo ricorso ad uno stato emergenziale e con buona pace delle norme del Testo unico degli enti locali. Due anni di ricognizione hanno portato ad una relazione fantasma, mai discussa in Parlamento e approvata al buio con l'ennesimo comma aggiunto al Milleproroghe, ma che nessuno ha potuto consultare, compresa la vice presidente del Senato Emma Bonino che da tempo ne richiede la visione.
In buona sostanza però nonostante sia già stato avviato il piano di rientro dal debito, la ricognizione è ricominciata sotto l'egida di Mister Buco III e promette nuove sorprese.
Ad aggiungersi in maniera imbarazzante a questa situazione già oltremodo opaca è subentrata anche una possibile incompatibilità di Varazzani con la carica da lui ricoperta a Roma. Da dicembre infatti Mister Buco è stato nominato Presidente della disastrata azienda Stt spa, partecipata dal comune di Parma, e tale nomina confliggerebbe con quanto espresso nella legge Frattini del 2004, così come contestato dal ricorso che Riccardo Magi, segretario di Radicali Roma, ha presentato all'antitrust.
Il 15 marzo il Segretario di Radicali Italiani Mario Staderini, insieme a Luca Marola e ai radicali di Parma, hanno manifestato davanti al Comune di Parma chiedendo conto del doppio incarico di Varazzani e de e della mancata pubblicazione sul sito della città ducale dei suo compensi come Presidente STT.
Tra le richieste a seguito della vicenda anche la necessità di istituire un registro di Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati
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