Piemonte, Viale: Sbagliato abolire la terza ecografia in gravidanza

Silvio Viale
E’ passata stranamente sotto silenzio la decisione della Regione Piemonte, prima e unica in Italia, di abolire le terza ecografia della gravidanza, quella cosiddetta della “trentaduesima settimana”. Lo scandalo è che nessuno l’abbia rilevato o abbia protestato, forse per distrazione, o forse perché la gravidanza fa notizia solo quando si parla di aborti o degli possibili errori medici al parto.
Chiedo alla Regione di ripensarci e di ritornare sulla sua decisione prima che sia troppo tardi perché, di fatto, è come se avesse deciso di far pagare la terza ecografia alle donne in gravidanza, lasciando a carico del sistema sanitario regionale solo le due prime ecografie: quella per lo screening delle patologie cromosomiche e dei difetti del tubo neruale (DTN) e quella cosiddetta “morfologica” che si fa a 19-20 settimane di gestazione, prima del limite per potere abortire.
Non sarò certo io a spendere parole di facile e disimpegnata retorica sul valore della gravidanza o sul suo ruolo sociale, citando magari a sproposito il primo articolo della 194, ma intendo aprire una pacata polemica su questa decisione che mi sembra sbagliata e per farlo mi limito a due osservazioni
  1. L’abolizione della terza ecografia finirà per creare un doppio binario tra chi farà comunque anche la terza e chi, ligia al protocollo, aspetterà a scatola chiusa l’esito finale della gravidanza, con la possibilità che chi avrà fatto l’ecografia scopra prima eventuali patologie per le quali un trattamento tempestivo alla nascita potrebbe essere importante. Considerata la facilità di contenziosi medico-legali chi consiglierà di sottrarsi ad una semplice ecografia e chi, soprattutto, lo farà davvero dopo che un perito avrà detto che una tale patologia sarebbe stata facilmente individuata dalla classica ecografia a 32 settimane?
  2. La terza ecografia ha un ruolo psicologico importante perché non è più legata alla possibilità di abortire e rassicura sullo sviluppo regolare della gravidanza. L’ostetrico non è un mago che con l’imposizione delle mani capisce cosa accade dentro l’utero. Anche per la semplice valutazione della sviluppo fetale basato sulla dimensione della pancia  l’errore è molto comune. E’ vero che per molti casi sfavorevoli c’è poco da fare, ma in molti altri casi si può fare molto a cominciare da quando, come e dove partorire; sarebbe spiacevole scoprire dopo che in altro ospedale ci sarebbero state più chance. Se si tratta di risparmiare sulle gravidanze lo si dica, ma credo che non sia cosi difficile organizzare le 120.000 ecografie necessarie per le quasi 40.000 gravidanze piemontesi.
Mi auguro, quindi, che la Regione ci ripensi perché il rischio è che, in nome di un anacronistico anti-modernismo,  l’abolizione della terza ecografia vanifichi tutto lo sforzo che è stato fatto per uniformare l’assistenza delle gravidanze in Piemonte con l’Agenda della Gravidanza, che presenta sicuramente altre “criticità” da rodare, ma la questione della terza ecografia mi sembra la più urgente.

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