Pena di morte: cresce all’ONU il fronte pro moratoria. Nessuno Tocchi Caino, ora moratoria della pena di morte anche per Tareq Aziz

Tareq 3
“Il nuovo voto al Palazzo di Vetro a favore della moratoria registra l’evoluzione positiva in atto da oltre dieci anni nel mondo verso il superamento del fasullo e arcaico sistema della pena di morte oltre che dell’aberrante e contraddittorio principio secondo cui la vita si debba difendere infliggendo la morte,” ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino. “Occorre ora – prosegue D’Elia – che i Paesi che hanno sostenuto all’Onu la moratoria, a partire da quelli europei, la facciano rispettare in concreto e in tutte le circostanze”. “Il primo banco di prova – secondo il Segretario di Nessuno tocchi Caino – è quello di una ‘Moratoria della pena di morte anche per Tareq Aziz’, obiettivo sui cui Marco Pannella ha fatto cinque giorni di sciopero della sete e sta continuando quello della fame”.
Dichiarazione di Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino
 
DI SEGUITO UN’ANALISI DEL VOTO DI NESSUNO TOCCHI CAINO
La Terza Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una nuova Risoluzione a favore di una moratoria universale della pena di morte, che ricalca la storica risoluzione approvata nel dicembre del 2007.
Hanno votato a favore in 107 Paesi, contro 38 mentre 36 si sono astenuti. Si è registrato un deciso passo avanti rispetto al 2007 quando in Assemblea plenaria i voti a favore furono 104, i contrari 54 e le astensioni 29 (più 5 assenti al momento del voto). Un ulteriore passo avanti è stato compiuto anche rispetto al secondo voto sulla Risoluzione pro moratoria avvenuto nel dicembre 2008, quando si espressero 106 a favore, 46 contro e si astennero 34 Paesi (altri 6 erano assenti al momento del voto).
Il testo passa ora al voto dell’assemblea plenaria previsto per la metà di dicembre ed è possibile che aumentino ancora cosponsor e voti favorevoli.
Il dato politico più significativo del voto al Palazzo di Vetro è il voto favorevole di 6 Paesi che nel 2008 avevano votato contro (Kiribati, Maldive e Mongolia) o si erano astenuti (Bhutan, Guatemala e Togo) e il voto di astensione di 4 Paesi (Afghanistan, Nigeria, Isole Salomone e Tailandia) che nel 2008 avevano votato contro.
Importanti sono state anche le conferme del voto di astensione di 2 Paesi mantenitori della pena di morte come Tanzania e Vietnam, mentre alcuni Paesi, come Cina e Stati Uniti, hanno confermato la loro contrarietà in maniera tutto sommato defilata.
Altro dato politico significativo è la bocciatura, con una più larga maggioranza rispetto alle volte precedenti, dei 4 emendamenti volti a snaturare la efficacia del testo presentati da Paesi come Egitto, Botswana, Singapore e Bahamas. L’emendamento più insidioso, presentato dall’Egitto e richiamante testualmente l’articolo della Carta delle Nazioni Unite secondo cui “nulla autorizza l’Organizzazione a intervenire in materie attinenti essenzialmente alla giurisdizione interna degli Stati”, è stato respinto con 62 voti favorevoli e 79 contrari. L’emendamento presentato oralmente dalle Bahamas volto a ad annacquare il testo (che non avrebbe chiesto di ‘stabilire’ ma di ‘considerare di stabilire’ la moratoria), è stato respinto da una maggioranza di contrari più ampia (82 a 54).
L’unica novità nel testo della nuova risoluzione riguarda la richiesta – in parte contenuta nel testo del 2007 – rivolta agli Stati membri di ‘rendere disponibili le informazioni rilevanti circa l’uso della pena di morte al fine di favorire un dibattito nazionale informato e trasparente’.
 

© 2010 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.