Carceri: La Penna come Cucchi, vittima di proibizionismo e malagiustizia

Simone La Penna

Non capisco come si possa sostenere che non siamo davanti a un nuovo caso Cucchi.

Comprendo che la Procura di Roma ha fatto un riferimento tecnico alle indagini, anche se faccio notare che entrambi sono morti quando erano affidati allo Stato e in assenza di mali incurabili.
In realtà, le vere cause alla base della morte di La Penna e di Cucchi sono le stesse.
Innanzitutto la ragione per la quale sono finiti in carcere, ovvero la denuncia di violazione della legge sugli stupefacenti. Senza il proibizionismo sulle droghe e i suoi effetti criminogeni, infatti, nessuno dei due sarebbe stato considerato un criminale.
Inoltre,  lo stato di illegalità delle nostre carceri e il malfunzionamento della giustizia costituiscono il presupposto per cui le responsabilità degli operatori determinano esiti di morte.
Mentre la magistratura svolge le sue inchieste, la politica apra gli occhi di fronte ai costi sociali e umani che il proibizionismo sulle droghe continua a produrre dopo venti anni di fallimento.
Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani


SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.