Dichiarazione di Marco Cappato, del Comitato nazionale di Radicali italiani
La spaccatura nel PdL e la cacciata dei finiani è la conseguenza diretta di due caratteristiche del regime italiano. La prima è quella di partiti antidemocratici che vivono in aperta violazione della Costituzione, sia per l’assenza di democrazia interna, sia per la violazione della libertà di associazione, calpestata da regole e pratiche staliniane che prevedono espulsioni e “probiviri”, regole che purtroppo accomunano la totalità dei partiti, con eccezioni dei radicali. Il secondo connotato è quello di un sistema elettorale, creato a suo tempo per servire i comuni interessi di Berlusconi e Veltroni, che consegna ai capi dei partiti il potere assoluto di decidere le sorti dei parlamentari, trasformando ogni forma di dissenso politico in obbligo di scissione, con relativa moltiplicazione di sigle e incarichi.
E’ proprio sfruttando lo strapotere dei partiti che, di fronte alla crisi interna al Pdl, si sta già muovendo un fronte ampio e trasversale che punta a formalizzare un’unità nazionale di regime che è già operante su tanti temi, a partire dalle condizioni di tortura sistematica nelle carceri italiane. L’alternativa che come Radicali proponiamo continua ad essere quella voluta da gran parte degli italiani e finora ignorata dai protagonisti delle risse di regime: la Riforma americana attraverso il sistema elettorale maggioritario uninominale, affinché gli eletti rispondano ai cittadini e non ai padroni delle burocrazie partitiche.
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