Referendum, Magi: Riforma procedure è questione di democrazia

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani 


Ringraziamo la ministra Boschi della risposta all’appello con cui, insieme a Emma Bonino, Michele Capano, Antonella Soldo, Marco Cappato, Roberto Cicciomessere, Filomena Gallo, Gianfranco Spadaccia, abbiamo posto al governo l’urgenza di rimuovere gli ostacoli all’accesso al referendum e agli strumenti di partecipazione popolare. Una questione che, come riconosce la ministra per le Riforme, è solo indirettamente collegata al voto del 4 dicembre. 

Da Radicali denunciamo da sempre lo “scippo” della seconda scheda, quella referendaria, ai danni dei cittadini. Le leggi in vigore sulle modalità di raccolta delle firme, infatti, anziché attuare e garantire i diritti costituzionali di partecipazione popolare, li hanno ostacolati finendo per negarli.  
Non sfugge come quella che poniamo non sia una questione meramente tecnica di semplificazione e digitalizzazione delle procedure. E’ invece una questione pienamente politica, che attiene al rispetto della democrazia e dello stato di diritto. 
Una questione che, dunque, precede e prescinde dalle sorti della riforma costituzionale. E la riguarda solo nella misura in cui, senza la modifica delle procedure irragionevoli e discriminatorie che regolano la raccolta firme per promuovere referendum e leggi di iniziativa popolare, sarà assai difficile favorire una “maggiore partecipazione dei cittadini” che la ministra Boschi rivendica tra gli obiettivi della legge di riforma della Costituzione. 
Ecco perché riteniamo doveroso da parte del governo assumere un impegno diretto e in tempi certi, anche al di là di quello volto a favorire un accordo in Parlamento tra le forze politiche (alcune delle quali sia di maggioranze che di opposizione hanno già avanzato proposte sulla materia).

Solo trovando il coraggio di aprire nuovi spazi effettivi di democrazia sarà possibile rispondere alla crisi delle istituzioni rappresentative, all’avanzata dei movimenti e delle istanze populiste - confermata dal voto negli Stati Uniti - e restituire così autorevolezza e legittimazione alle istituzioni democratiche.

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