Appello Una firma e un digiuno. Per Fabrizio e per tutte le vittime del proibizionismo

Per la prima volta nella storia del nostro Paese un disegno di legge che prevede la legalizzazione della cannabis è all'esame del Parlamento. Si tratta di un momento cruciale e di un passaggio delicatissimo. Dopo decenni di lotte antiproibizioniste, come Radicali, sappiamo che in questa fase ci giochiamo tutto (o quasi). E sappiamo - e lo conferma il rinvio della discussione a settembre - che non è ancora tempo di tirare sospiri di sollievo: ma che occorre tenere alta l'attenzione e rilanciare la battaglia, per scongiurare il rischio che questa opportunità storica finisca in un dibattito parlamentare confuso e irrazionale. Per evitare, insomma, che la possibilità concreta di portare a termine questa campagna venga archiviata per sempre.
Per questo, come abbiamo fatto negli ultimi 3 mesi, continueremo a raccogliere le firme dei cittadini, nelle strade e nelle piazze di tutta Italia, per una proposta di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell'uso di tutte le sostanze. Si tratta di un tema sociale gravissimo, lasciato scoperto: i cittadini italiani ne sono ben consapevoli.
D'altra parte, le resistenze da parte di chi, all'interno delle istituzioni, continua nonostante tutto a difendere lo status quo causato dalle politiche proibizioniste, non si faranno attendere. E quelle "pregiudiziali costituzionali" e quei quasi 2mila emendamenti già presentati in Commissione non rappresentano che le prime avvisaglie dell'ostruzionismo a cui sarà sottoposto il provvedimento. Gli ostacoli da superare sono molti e intanto i danni del proibizionismo continuano a manifestarsi indisturbati.
Come nella vicenda di Fabrizio Pellegrini. Pianista di 47 anni, malato di fibromialgia, si trova recluso nel carcere di Chieti da oltre un mese per aver coltivato alcune piante di cannabis. Dal 2007 in Italia il principio attivo della Cannabis è ammesso in terapia, dopo vari tentativi, Fabrizio ne ottiene una prescrizione: per un mese di trattamento è tuttavia costretto a spendere circa 500 euro che, solo grazie a una colletta, riesce a mettere insieme. Si tratta di una spesa che va oltre le sue limitate finanze. Dunque, la coltivazione domestica di qualche pianta, gli appare l'unica alternativa terapeutica.
E pensare che proprio in Abruzzo dal 2014 è in vigore la più avanzata legge regionale in materia di cannabinoidi per cui il medicinale è posto a carico del servizio sanitario regionale dotato di un fondo annuo di 50mila euro per tale scopo.
Legge che risulta inapplicata. Così Pellegrini si trova in carcere. Le sue condizioni vanno aggravandosi, son comparse ecchimosi lungo la colonna vertebrale ed è costretto ad assumere farmaci per alleviare il dolore. Nonostante altri malati, in altre carceri d'Italia, siano autorizzati all'uso di cannabinoidi a Chieti queste terapie non son previste.
A sostegno di Fabrizio Pellegrini, in questi giorni Andrea Trisciuoglio, segretario dell'associazione LaPiantiAmo, malato di sclerosi multipla, ha cominciato un'iniziativa nonviolenta di sospensione della propria terapia a base di cannabinoidi per chiedere la scarcerazione di Fabrizio, iniziativa a cui in questi giorni hanno aderito e continuano ad aderire con una staffetta di sciopero della fame numerosi militanti e dirigenti radicali.
E così proseguiremo: un digiunatore al giorno fino a quando il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, non interverranno per acquisire una perizia medico-legale volta ad accertare l'incompatibilità di Fabrizio Pellegrini con la reclusione, così come prevede il nostro codice penale.
E ancora, un digiunatore al giorno affinché il governatore della Regione Abruzzo, Luciano d'Alfonso, intervenga a garantire l'effettiva applicazione della normativa regionale in materia di cannabis terapeutica, per evitare nuovi "casi Pellegrini".
Una firma e un digiuno, dunque. Per Fabrizio e per tutte le vittime del proibizionismo.
Se vuoi aderire all'appello e al digiuno a staffetta clicca qui e compila il modulo.
I primi firmatari
I radicali foggiani, Riccardo Magi – Segretario di Radicali Italiani, Valerio Federico - Tesoriere di Radicali Italiani, Filomena Gallo – Segretaria dell’Associazione “Luca Coscioni”, Marco Cappato – Tesoriere dell’Associazione “Luca Coscioni”, Andrea Trisciuoglio – Segretario de “La PiantiAmo”, Marco Perduca - Coordinatore campagna Legalizziamo!, Alessio Alberti, Anna Antonaccio, Matteo Ariano, Alessandro Massari, Valentina Ascione, Marco Beltrandi, Rocco Berardo, Dario Boilini, Barbara Bonvicini, Valeria Cafeo, Paola Calzoni, Giuseppe Candido, Michele Carelli, Alessandro Celuzza, Giuseppe Civati, Alessio Di Carlo, Leonardo Fiorentini, Carlo Gandolfo, Franco Giacomelli, Patrizio Gonnella, Marzia Guerriero, Norberto Guerriero, Davide Iglina, Paolo Izzo, Matteo Mainardi, Diego Mazzola, Giacomo Negri, Anna Rinaldi, Michele Rinaldi, Alexandre Rossi, Gianni Rubagotti, Gino Ruggeri, Giovanni Sansi, Angela Scaramuzzi, Antonella Soldo, Rita Tomaselli, Maria Laura Turco, Luigi Manconi - Presidente Commissione Diritti Umani Senato.
Ulteriori adesioni
Valerio Antonucci
Marco Barbera
Igor Boni
Laura Botti
Filippina Bove
Valter Bricca
Chiara Degli Esposti
Vittoria Di Biase
Damiano Finizio
Giovanni Giorli
Suela Gjoni
Silvja Manzi
Antonella Nobile
Patrizia Orbellanti
Armando Pajalich
Fabio Pazzini
Paola Piolanti
Alessandro Pizzi
Alice Paola Tondo
Dario Tremolada
Giovanni Vitali
Zakalicious
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