Aderisci! Per Fabrizio e per tutte le vittime del proibizionismo. Una firma e un digiuno

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Fabrizio Pellegrini. Pianista di 47 anni, malato di fibromialgia, si trova recluso nel carcere di Chieti da oltre un mese per aver coltivato alcune piante di cannabis. Dal 2007 in Italia il principio attivo della Cannabis è ammesso in terapia, dopo vari tentativi, Fabrizio ne ottiene una prescrizione: per un mese di trattamento è tuttavia costretto a spendere circa 500 euro che, solo grazie a una colletta, riesce a mettere insieme. Si tratta di una spesa che va oltre le sue limitate finanze. Dunque, la coltivazione domestica di qualche pianta, gli appare l'unica alternativa terapeutica.

fabrizio pellegriniE pensare che proprio in Abruzzo dal 2014 è in vigore la più avanzata legge regionale in materia di cannabinoidi per cui il medicinale è posto a carico del servizio sanitario regionale dotato di un fondo annuo di 50mila euro per tale scopo.

Legge che risulta inapplicata. Così Pellegrini si trova in carcere. Le sue condizioni vanno aggravandosi, son comparse ecchimosi lungo la colonna vertebrale ed è costretto ad assumere farmaci per alleviare il dolore. Nonostante altri malati, in altre carceri d'Italia, siano autorizzati all'uso di cannabinoidi a Chieti queste terapie non son previste.

A sostegno di Fabrizio Pellegrini, in questi giorni Andrea Trisciuoglio, segretario dell'associazione LaPiantiAmo, malato di sclerosi multipla, ha cominciato un'iniziativa nonviolenta di sospensione della propria terapia a base di cannabinoidi per chiedere la scarcerazione di Fabrizio, iniziativa a cui in questi giorni hanno aderito e continuano ad aderire con una staffetta di sciopero della fame numerosi militanti e dirigenti radicali.

E così proseguiremo: un digiunatore al giorno fino a quando il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, non interverranno per acquisire una perizia medico-legale volta ad accertare l'incompatibilità di Fabrizio Pellegrini con la reclusione, così come prevede il nostro codice penale.
E ancora, un digiunatore al giorno affinché il governatore della Regione Abruzzo, Luciano d'Alfonso, intervenga a garantire l'effettiva applicazione della normativa regionale in materia di cannabis terapeutica, per evitare nuovi "casi Pellegrini".

Una firma e un digiuno, dunque. Per Fabrizio e per tutte le vittime del proibizionismo.

I primi firmatari

I radicali foggiani, Riccardo Magi – Segretario di Radicali Italiani, Valerio Federico - Tesoriere di Radicali Italiani, Filomena Gallo – Segretaria dell’Associazione “Luca Coscioni”, Marco Cappato – Tesoriere dell’Associazione “Luca Coscioni”, Andrea Trisciuoglio – Segretario de “La PiantiAmo”, Marco Perduca - Coordinatore campagna Legalizziamo!, Alessio Alberti, Anna Antonaccio, Matteo Ariano, Valentina Ascione, Marco Beltrandi, Rocco Berardo, Sheyla Bobba, Dario Boilini, Maurizio Bolognetti, Barbara Bonvicini, Laura Botti, Valeria Cafeo, Paola Calzoni, Giuseppe Candido, Michele Carelli, Alessandro Celuzza, Giuseppe Civati, Sergio De Muro, Alessio Di Carlo, Paola Di Folco, Lukas Dvorak, Leonardo Fiorentini, Carlo Gandolfo, Franco Giacomelli, Alessandro Giungi, Patrizio Gonnella, Marzia Guerriero, Norberto Guerriero, Davide Iglina, Giorgio Inzani, Paolo Izzo, Domenico Letizia, Matteo Mainardi, Diego Mazzola, Silvia Molè, Leonardo Monaco, Giacomo Negri, Andrea Oleandri, Anna Rinaldi, Michele Rinaldi, Alexandre Rossi, Rocco Ruffa, Gianni Rubagotti, Gino Ruggeri, Diego Sabatinelli, Giovanni Sansi, Angela Scaramuzzi, Emiliano Silvestri, Antonella Soldo, Rita Tomaselli, Maria Laura Turco, Luigi Manconi - Presidente Commissione Diritti Umani Senato.

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