Federico e Massari, Radicali Italiani:"MPS esempio del sistema bancario italiano fondato sul micidiale intreccio tra finanza e partiti, tra banche e fondazioni"

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Dichiarazione di Valerio Federico e Alessandro Massari, Tesoriere e membro di Direzione di Radicali Italiani

Da anni Radicali Italiani promuove la campagna dal titolo " Sbanchiamoli: fuori i partiti dalle banche!" per promuovere l'uscita delle fondazioni bancarie, controllate dagli enti locali che ne nominano i vertici, dal capitale azionario delle banche.
I partiti e le fondazioni ci hanno narrato le virtù di questo sistema. Ci hanno detto che le fondazioni sapevano scegliere il miglior management possibile per governare le banche. Ci hanno detto che lo Stato non aveva necessità di impiegare fondi pubblici proprio grazie alle ricapitalizzazioni garantite dalle fondazioni, che in questo modo garantivano solidità al sistema evitando pericoli ai risparmiatori. Non è andata così. Nel 2015 abbiamo assistito al notissimo fallimento di 4 banche controllate da 7 fondazioni a danno dei risparmiatori. Oggi la BCE chiede a MPS - primo caso di reciproca distruzione tra una banca e una fondazione bancaria che la controllava - di fare pulizia nei bilanci dai crediiti incagliati, quelli non esigibili, dieci miliardi irrecuperabili sui 27 complessivi, certificando di nuovo il fallimento della politica creditizia di banche controllate da fondazioni. Le concessione di credito facile, fatta al di fuori di ogni logica imprenditoriale, agli amici degli amici, si sta rivelando un peso insopportabile per il sistema bancario. Il circuito politica - fondazioni - banche - credito, concesso senza garanzie, hanno posto le condizioni per i rischi dei risparmiatori, ora noti a tutti.
Nel frattempo la riforma delle banche popolari, dove le fondazioni non erano azioniste, è stata fatta dando proprio alle fondazioni la funzione di  azionisti di garanzia dell'italianità. Oggi, infine, non ci si può nascondere dietro la concessione che l'Ue ci ha fatto per fornire una garanzia pubblica sull’emissione di titoli bancari scontabile dalla BCE per 150 miliardi di euro. Questa manovra impedirà a investitori e risparmiatori di perdere tutto il patrimonio, in caso di default, ma non risolve il nodo dei crediti incagliati, vero cappio al collo del sistema bancario con i costi scaricati sula fiscalità generale attraverso la quale si pagheranno i debiti di pochi. E' necessario interrompere i legami tra nominati dai partiti e finanza, tra fondazioni bancarie e banche, in modo che la distribuzione del credito sia slegata da interessi politici

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