Rita Bernardini "sfida" il Guardasigilli

"Caro Orlando, sulle carceri è ora di fare la rivoluzione"
Gli Stati Generali siano davvero l'architrave della riforma penitenziaria: la Camera si fermi. E il ministro sciolga tre dubbi
Il ministro Andrea Orlando è intervenuto il 1 luglio alla prima riunione dei coordinatori degli Stati generali dell`esecuzione penale. Si è trattato di un incontro tra i responsabili che coordineranno i 18 tavoli in cui sono articolati i lavori. Come correttamente riportava Eleonora Martini sul Manifesto, Orlando, rivolgendosi in particolare a me, ha affermato che «la scelta di un percorso aperto è oggi possibile perché la situazione delle carceri non è più esplosiva dal punto di vista del sovraffollamento. Allora una discussione sulla finalità e sul senso della pena sarebbe stata surreale».
Ciò che mi divide dall`impostazione del ministro è che lui ritenga superata, con la riduzione del sovraffollamento, l`emergenza della pena "illegale" che si sconta ancora oggi nelle carceri italiane, per non parlare della non corrispondenza al diritto vigente del modo in cui viene amministrata la giustizia nel nostro Paese. Do atto ad Orlando di aver esternato riflessioni "pesanti" che devono necessariamente comportare cambiamenti radicali, come quando ha affermato che il nostro sistema penitenziario oltre essere carissimo (3 miliardi di euro all`anno) è «criminogeno». Il che vuol dire però che noi mandiamo persone in carcere spendendo cifre astronomiche per farle poi uscire, a distanza di anni, peggiori di come sono entrate. Spesso ci mandiamo persone - quelle in attesa di giudizio - che all`esito del processo saranno riconosciute innocenti e ciò avviene almeno nel 50% dei casi.
Le tematiche dei18 tavoli che siamo chiamati a coordinare rappresentano, nella maggior parte dei casi, non semplici "criticità" del sistema, ma vere e proprie illegalità strutturali che dovrebbero essere immediatamente rimosse. Il ministro Orlando risponde alla proposta radicale di un provvedimento di amnistia e di indulto (contenuta anche nel messaggio del presidente Napolitano alle Camere), contrapponendo la strategia del suo ministero che riesce a superare quanto evidenziato nella sentenza di condanna della Corte Edu detta "Torreggiani" e nelle trentennali sanzioni del Consiglio d`Europa sull`irragionevole durata dei processi, procedendo con altri "strumenti" rispetto a quelli previsti dall`articolo 79 della Costituzione. Ora, a parte il provvidenziale intervento della Consulta che ha dichiarato l`incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi consentendo al sistema di ridurre in un solo anno, il 2014, di ben 8.913 unità la popolazione detenuta, tutte le misure varate e da varare si scontrano con il fattore tempo.
Quanto ci vorrà per approvare le riforme e per far sì che quelle già approvate entrino a regime? Può uno Stato che si definisca democratico accettare le condizioni di illegalità sopra ricordate?
Quanto agli Stati generali sull`esecuzione penale, voglio ancora una volta ringraziare pubblicamente il ministro Orlando per avermi chiesto di coordinare il tavolo sulla Affettività in carcere e sulla territorializzazione della pena. Do atto che il lavoro sia stato bene organizzato anche con la dotazione di materiale di documentazione e di studio e che ieri mi sia stato assicurato che il personale del ministero sarà a disposizione per fornire dati statistici riguardanti i vari settori. Detto questo, mi permetto però di evidenziare alcune cose che mi sembrano a dir poco incoerenti.
La prima: come si concilia il lavoro avviato in queste ore con quello già in corso alla Camera in commissione Giustizia riguardante la riforma dell`Ordinamento penitenziario?
La seconda: la riorganizzazione del ministero della Giustizia che prevede la sacrosanta riduzione degli uffici dirigenziali e degli organici (Dpcm numero 84 del 15 giugno 2015) non sarebbe stato meglio farla a seguito dell`approvazione delle riforme?
La terza riguarda le spese sostenute da coloro che fanno parte dei "tavoli". Nel corso della prima riunione ci è stato detto che saranno rimborsate solo a chi fa parte del ministero. Trovo positivo il fatto che sia stata accettata la mia proposta di ascoltare la voce dei detenuti e di chi in carcere ci lavora, ma quale è la logica secondo la quale se io o altri ci spostiamo per andare in un carcere dobbiamo pagarci il viaggio mentre i funzionari del Dap e i magistrati saranno invece rimborsati?
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