ONU. Droghe, Perduca: dopo 10 anni le Nazioni Unite danno ragione ai Radicali sugli analgesici per i poveri. L'Italia recuperi la sua tradizione di solidarietà umanitaria

Farmaci

Dichiarazione di Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale:

"Nell'estate del 2005, Emma Bonino, da capo della missione di osservatori delle prime elezioni parlamentari in Afghanistan chiedeva un approccio alternativo alla proibizione dell'oppio afgano; nel 2007 l'eurodeputato radicale Marco Cappato riusciva a far adottare dal Parlamento di Strasburgo una raccomandazione alla Commissione europea per prendere in considerazione la possibilità di convertire la produzione illecita di oppio in Afghanistan per farne analgesici per i paesi poveri. Nelle premesse di quel documento, si ricordava come l'80 per cento della popolazione mondiale non conoscesse gli oppiacei e si raccomandava all'Ue di assumersi la responsabilità di fornire ai paesi poveri quelle sostanze attraverso un fondo speciale delle Nazioni unite che raccogliesse la totalità della produzione afgana".

"Nella giornata di martedì 10 marzo, la Giunta per gli stupefacendi dell'Onu, Incb, ha finalmente fatto propria la raccomandazione che da anni caratterizza l'Organizzazione mondiale della salute, e cioè che a oltre cinque miliardi di persone devono venga consentito l'accesso alle medicine essenziali".

"Finalmente quanto il Partito Radicale denuncia alle Nazioni unite da anni è diventato uno dei messaggi centrali del processo di preparazione della Sessione speciale che l'Assemblea generale dell'Onu convocherà l'anno prossimo a New York per affrontare tutti temi legati al cosiddetto 'controllo delle droghe'".

"Adesso occorre che qualche Stato membro si faccia carico dell'appello delle Nazioni unite e si incarichi di trovare non solo i fondi per far arrivare gli analgesici nelle foreste o nei deserti o sulle isole sperdute, ma anche di sviluppare proposte di riforme strutturali del sistema internazionale per passare da politiche anti-droga a politiche anti-proibizioni, le uniche che possono riparare una volta per tutte ai danni e alle devastazioni degli ultimi 50 anni".

"L'Italia, con la sua tradizione di cooperazione solidale e di forte caratterizzazione negli aiuti umanitari e sanitari potrebbe cogliere utilmente l'occasione presentata in questi giorni a Vienna e assumersi questa leadership".

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