Privatizzazioni, Staderini: serve concorrenza e uscita da stato imprenditore, non mere operazioni finanziarie

Privatizzazioni

Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani

Che il Governo, come annunciato dal Ministro Saccomanni, si ponga il  problema di una strategia complessiva per la riduzione del debito  pubblico e rompa il tabù della vendita delle partecipazioni industriali  dello Stato è una buona notizia. Sia chiaro, però, che mere operazioni  finanziarie quali ad esempio l'utilizzo delle azioni come collaterali  non darebbero alcun giovamento. 

Più che per fare cassa, la cessione  delle partecipazioni statali e nelle municipalizzate, avrebbe senso  solo se servisse a superare il conflitto di interessi che  vede lo  Stato fare le regole rimanendo anche imprenditore. Con il vantaggio  anche di eliminare la criminogena concentrazione  nelle mani del  Ministero dell'economia di un abnorme potere di nomina, rompendo  finalmente quell’intreccio pericoloso con enti locali, fondazioni  bancarie e Cassa depositi e prestiti, attraverso cui le diverse bande  si spartiscono gli appalti.   

Le ricche cedole di Eni e Enel, peraltro,  le paghiamo con uno Stato sotto scacco dei loro interessi in termini di  politica industriale e talvolta perfino di politica estera. A chi si  oppone alla vendita in nome dell’interesse nazionale, ricordo che la  nuova legge sulla golden share già consente al Governo di intervenire  sulle scelte strategiche delle società anche senza averne il controllo  proprietario. Un ruolo forte dello Stato verso gli interessi economici  è più probabile proprio se lo Stato non ne fa parte attiva. 

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