Carcere: Rossodivita, lo Stato, come un delinquente abituale, prende tempo

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Da un punto di vista umano, c'è solo una grande amarezza, perchè lo  Stato si sta sostanzialmente comportando come un delinquente abituale,  colpevole e consapevole di esserlo". Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Rossodivita, ex consigliere regionale  Radicale nel Lazio ma anche difensore di alcuni dei detenuti nella  vicenda che portato alla sentenza di gennaio, intervistato da Radio Radicale sulla decisione della Presidenza del Consiglio italiana -  attraverso l'Avvocatura dello Stato - di impugnare presso la Grande  Chambre la sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo  che nel gennaio scorso condannò l'Italia per trattamento inumano e  degradante di 7 detenuti, dando all'Italia un anno di tempo per adeguare  il sistema carcerario. "Nel procedimento davanti alla Corte di Strasburgo non esiste la  prescrizione", ha ricordato Rossodivita. "Sappiamo che la prescrizione è a volte uno strumento utilizzato da chi  se lo può permettere per uscire da processi che possono portare alla  condanna. Dopo aver letto le prime dichiarazioni su questa decisione di  impugnare la sentenza, sembra di capire che lo Stato faccia lo stesso:  per evitare che iniziasse a decorrere, dopo tre mesi dalla pronuncia,  quell'anno di tempo che la Corte Europea dei diritti dell'uomo ci ha  imposto per rientrare nella legalità della Convenzione europea dei  diritti dell'uomo, per evitare che una sentenza diventi definitiva, per  prendere altro tempo, nella consapevolezza che un ricorso non potrà  portare che a una conferma della sentenza emessa in prima istanza, lo  Stato, come un delinquente abituale che punta alla prescrizione, dice:  anziché sentire il dovere di tornare nella legalità, prendo altro  tempo", ha concluso Rossodivita. 

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