Corte Europea dei diritti dell’Uomo: Condanna dell’Italia su ricorsi proposti dal Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei. Bene la sentenza pilota, ora l’Italia ha solo un anno di tempo. I documenti

Dichiarazione dell’avv. Giuseppe Rossodivita, Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei:
Accogliamo la sentenza odierna della Corte Europea dei diritti dell’Uomo con grande soddisfazione e, al contempo, con grande sofferenza per il nostro Paese. Tre casi su sette, decisi dalla Corte con questa sentenza pilota, sono casi che abbiamo seguito nell’ambito dell’iniziativa assunta dal Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei.
C’è soddisfazione, politica e professionale, perché si tratta di una sentenza adottata con la procedura della sentenza pilota; per cui la Corte, rigettando tutte le difese avanzate dal Governo Italiano, alcune persino imbarazzanti, certifica ufficialmente l’esistenza di un problema strutturale all’origine della violazione dei diritti umani dei detenuti ed invita l’Italia, entro un anno di tempo, ad individuare una soluzione a questo problema che la pone strutturalmente al di fuori della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo.
In questo contesto la Corte avvisa l’Italia che sono centinaia i ricorsi in attesa di essere decisi, che il loro numero è in continuo aumento e che la loro trattazione rimarrà sospesa per un anno in attesa dei provvedimenti che l’Italia adotterà, invitando altresì lo Stato a sensibilizzare la magistratura nel senso di ampliare il ricorso alle misure alternative al carcere e a ridurre l’anomalia tutta Italiana per cui il 40% dei detenuti sono presunti innocenti in attesa di giudizio.
C’è sofferenza perché sono cittadino di un Paese che viola strutturalmente i diritti umani.
I documenti della condanna:
© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
- Login to post comments
SU
Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.