Debito pubblico. Massari: Servono regole chiare e premio del merito

Debito pubblico

 In Italia il debito è figlio della partitocrazia e del familismo amorale. Necessario il bilancio consolidato e l’ Anagrafe pubblica degli eletti e delle imprese pubbliche a ogni livello

Dichiarazione di Alessandro Massari, Direzione nazionale Radicali Italiani

Dati allarmanti per il debito pubblico dell’eurozona, che ha raggiunto il valore medio del 90% del Pil. A far incrementare la media ci pensano Grecia e Italia, la prima con il 150% del debito rispetto al PIL, la seconda con il 126%. L’Italia è nata col debito pubblico, ha vissuto col debito pubblico, sta andando in rovina a causa del debito pubblico. Perché?

Il problema Italiano è causato da regole opache e da una selezione scellerata, per i cui i cittadini migliori devono emigrare e i potenti o i raccomandati dai potenti accumulano posti di potere senza curarsi del bene comune. Vale nei partiti, nelle imprese, nella pubblica amministrazione, nelle professioni liberali, nel privato.

Gli europei, non danno credito degli italiani perché siamo stati sempre pronti a votare per chi garantiva assunzioni nella pubblica amministrazione senza titoli idonei, effettuava blandi controlli, concedeva aiuti di stato, cioè soldi pubblici regalati a imprenditori privati: siamo considerati evasori indefessi e raccomandati di ferro, non certo una compagnia che rassicura perché siamo “affetti” da familismo amorale garantito dalla partitocrazia.

Servono allora nuove regole, e qualcosa sta accadendo. Il governo ha fatto proprie importanti proposte radicali che consentiranno di prevenire i danni creati dai tanti Minetti o Fiorito, siano essi nominati nei listini o premiati da migliaia di preferenze di italiani. Italiani sempre pronti, dopo, a protestare.

Abbiamo proposto con tenacia, e ottenuto dopo anni, l’adozione di due importanti regole strutturali per gli enti locali territoriali, fondamentali per ridurre il debito pubblico: l’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti, necessaria per conoscere anche “dettagli”, ad esempio chi acquista un suv a causa di una nevicata di tre giorni, o per conoscere quali competenze ha accumulato nella propria vita un assessore al bilancio, o per sapere se la casa di proprietà dei tanti politici sbadati è frutto di un gentile dono o di sudato lavoro. Insomma, regole capaci di separare il grano dalla crusca.

La seconda riforma di struttura è l’adozione del bilancio consolidato per gli enti locali. Sino alla scorsa settimana non si conoscevano le perdite di denaro pubblico generate dalle società in proprietà di comuni e province, società che gestiscono di tutto, da enoteche a casinò, da servizi di ristorazioni a agenzie interinali. In futuro tutti i cittadini conosceranno questi dati e potranno decidere di conseguenza come e per chi votare.

Il lavoro “Proposte di politica radicale per enti locali e regioni” è stato presentato ieri in una conferenza stampa alla Camera dei deputati.
Piccoli passi per convincere la società civile che nuove regole basate su trasparenza, merito, efficienza, economicità sono l’unica soluzione strutturale alternativa al malaffare e alla vena protestataria e antiparlamentare che, ciclicamente, corre nelle nostre piazze.
Ora serve spingere sull’acceleratore: anagrafe pubblica per tutti gli eletti, bilancio consolidato per tutti gli enti, e istituzione dell’anagrafe pubblica delle attività economiche gestite da enti pubblici. Vendere un casinò per trovare le risorse necessarie al welfare di prossimità è giusto come è giusto ridurre le tasse, almeno per i più poveri.

Ridurre il debito è invece necessario per tutti. Con buone regole e premio del merito è possibile.

Video della conferenza stampa.



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