Crisi Economica, Massari: nel caso di stato di necessità, gli imprenditori devono essere tutelati

Importante sentenza del tribunale di Firenze riconosce il principio contenuto nel nostro appello “Liquidità alle imprese più ossigeno al paese”
Dichiarazione di Alessandro Massari, Membro della Direzione nazionale di Radicali Italiani
Radicali Italiani ha lanciato un appello al Governo dal titolo “Liquidità alle imprese, più ossigeno al Paese”, contenete importanti proposte per sostenere il sistema produttivo in crisi di liquidità.
Una delle proposte riguarda il rapporto tra imprenditori e Fisco che, a nostro avviso, deve tener conto delle condizioni oggettive. Infatti, , a causa della crisi in corso, lo stato di necessità deve essere tenuto in conto perché è una delle cause di giustificazioni previste dall’ordinamento giuridico al verificarsi della quale, ha efficacia universale, escludendo qualunque tipo di sanzione i prevista dall'ordinamento, compresa quella fiscale e tributaria.
Sulla base di questa interpretazione delle norme, il tribunale di Firenze ha assolto con formula piena un imprenditore edile, finito sotto processo per l’omissione del versamento dell’Iva nel 2007. L’imprenditore è stato giudicato non colpevole perché è riuscito a dimostrare di essersi trovato costretto a non pagare l’IVA a causa delle difficoltà economiche in cui versava la sua azienda.
Per salvare il futuro della sua azienda e dei suoi dipendenti, che dalla nascita negli anni ’80 ha puntualmente pagato tasse e imposte, l’imprenditore ha dato fondo a tutte le sue risorse per pagare i fornitori. Lo ha fatto per finire un lavoro fondamentale per la sopravvivenza dell’azienda. Che altrimenti sarebbe fallita.
«Proprio non li avevo quei 150mila euro per l’Iva», ha detto l’imprenditore al giudice per l’indagini preliminari. L’imprenditore ha dimostrato che un suo cliente gli aveva pagato solo la metà del contratto da un milione e mezzo di euro siglato con la sua azienda. Così, al giudice, l’imprenditore ha portato le carte che dimostravano quale enorme credito (circa 800mila euro) vantasse nei confronti dell’importante società con cui, all’epoca, lavorava.
Di fronte all’evidenza, il pubblico ministero ne ha chiesto l’assoluzione per la mancanza dell’elemento soggettivo del reato. Tradotto in linguaggio chiaro, significa che non aveva la volontà e la coscienza di omettere il versamento dell’Iva, cosa che in effetti non era mai accaduto nella storia della sua azienda.
Inizialmente, a carico dell’imprenditore era stato emesso un decreto penale di condanna per 7500 euro: l’omesso versamento sembrava pacifico e pertanto la sanzione era stata già definita. L’avvocato non ha accettato il decreto e ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. E qui è stata la svolta. L’imprenditore ha potuto raccontare la difficoltà della sua azienda raccontando che aveva fondo ai suoi risparmi per pagare i fornitori e i dipendenti, per estinguere un mutuo e indebitandosi ulteriormente con le banche per finire quei lavori che, se non consegnati in tempo, sarebbero stati sottoposti anche a una penale. Sarebbe stata la beffa finale. I 150mila euro per l’Iva proprio non li aveva. E se li avesse avuti, come aveva sempre fatto, l’avrebbe certamente pagata. Il giudice gli ha creduto, assolvendolo.
Il nostro obiettivo: auspichiamo che Governo faccia proprio l’appello “Liquidità alle imprese, più ossigeno al paese, sottoscrivibile sul sito di Radicali Italiani e realizzi il piano di riforme contenute in numerosi atti parlamentari presentati da Marco Beltrandi, che con costanza propone soluzioni concrete alla crisi in atto, alcune già recepite come l’adozione dell’Iva per cassa, la parziale soluzione all’annosa vicenda nei ritardi nei pagamenti, ed un più facile accesso al credito.
Ora che è stato dimostrata la praticabilità concreta, nel rispetto del diritto, della soluzione proposta, abbiamo fiducia nelle capacità di ascolto di Monti, che ha già saputo recepire alcune delle misure di buon senso da noi proposte, che servono a far sopravvivere il sistema Paese
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