Economia, Massari: Amnistia per la Repubblica. L’Italia non è una democrazia liberale. Dalla relazione delle autorità indipendenti emerge l’immagine di un Paese illegale

Italia lente d'ingrandimento

Alessandro Massari,  della Direzione nazionale di Radicali Italiani: 

Ieri il Presidente dell’Antitrust Pitruzzella nella sua relazione annuale al Parlamento, ha ribadito come la concorrenza sia un "potente stimolo all'innovazione" necessaria soprattutto nei momenti di crisi, senza però formulare una considerazione che ci appare necessaria: l’ordinamento prevede la legge annuale per la concorrenza, puntualmente licenziata in ritardo,  ma non prevede alcuna tutela costituzionale per la concorrenza a garanzia della democrazia e della libertà. In democrazia, i diritti presi sul serio sono quelli contenuti in norme giuridiche, possibilmente rispettate.

Non entriamo nel merito dei trasporti o della pubblicità on line, perché il nostro è un Paese che non contempla la concorrenza tra i “beni pubblici” o tra i “beni comuni”. L’Italia è il Paese dei troppi conflitti di interesse. Si preferiscono raccomandazioni, corruttele e cartelli pur di bloccare la società ostacolando talento, merito e diritti.

Sindacati, Confindustria, corporazioni,  enti più o meno pubblici sono i naturali interlocutori di questi partiti avvezzi più alle concertazioni che alla guida responsabile ed autorevole del Paese per la tutela dei cittadini, siano essi uomini o donne, giovani o anziani, operai o imprenditori, professionisti  o dipendenti pubblici.

Emblematico è il caso dell’acqua: abbiamo appreso che “l’acqua bene comune” è sprecata e costosa a causa dell’inefficienza del servizio pubblico. “Acqua spreco comune” casomai. Per questo il garante chiede nuove regole per produrre servizi efficienti ed economici. Effetti collaterali di una campagna referendaria svoltasi senza tutte le informazioni necessarie.

Oggi poi abbiamo udito  la relazione dell’Autorità per l’energia del presidente Bortoni che hafornito un’ulteriore precisazione sul tema: ha chiarito che il mercato funziona solo se si rispettano le regole sulla concorrenza, non se si organizzano cartelli tra produttori per tenere artificiosamente alti i prezzi. E’ accaduto, di nuovo, con la liberalizzazione della vendita di energia elettrica. In Italia privatizzazioni e liberalizzazioni sono considerate le forme migliori per evitare la concorrenza rispetto al monopolio pubblico perché grazie ai cartelli anticoncorrenziali si può perpetuare il sistema chiuso e garantito da questi partiti a vantaggio del sistema sindacale e confindustriale. Un sistema che ancor oggi è a vantaggio dei padroni del vapore, che ha l’obiettivo di massimizzare i propri egoismi, non certo di rendere servizi migliori ai cittadini, a prezzi equi. Mentre il sindacato su questi argomenti tace.

Come ai tempi di Ernesto Rossi dobbiamo tutelarci dall’esaltazione mendace della iniziativa privata, intesa come “libertà di corsa” dei grandi finanzieri, che trasferisce il maggior carico delle imposte dai ceti più ricchi a quelli più poveri. Infatti si prepara un’indagine conoscitiva.

Che dire poi dell’esaltazione di Pitruzzella del c.d Rating di legalità?  Per il presidente dell’Antitrust ''intervenire con strumenti che premino i soggetti economici che assumono comportamenti costantemente rispettosi delle regole'' è utile perchéservono misure premiali che tengano conto “del rispetto delle regole dell'economia, nel medio periodo, e degli adeguamenti dell'organizzazione d'impresa in tale direzione''.

Si tratta di una misura grottesca,  un premio a chi rispetta la “norma”. In una democrazia “normale”, il rispetto delle regole dovrebbe essere “normale”, senza bisogno di alcun premio. In Italia invece capovolgiamo i principi poiché è la stessa Repubblica a non rispettare le proprie leggi: la vicenda del ritardo nei pagamenti della PA è emblematica.

In Italia la scelta tra economia pubblica o economia privata è falsa  perché i risultati sono ugualmente ingiusti, inefficaci, antieconomici. La causa è nelle regole volutamente errate e volutamente mal applicate

L’Italia sarà pure una democrazia, ma non è uno Stato di diritto, ecco perché è necessaria l’amnistia per la Repubblica.

 

© 2012 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.