Magi (Radicali): Il campo nomadi della Barbuta è illegale e va bloccato

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Roma
La sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre ha dichiarato illegittimo il decreto del 2008 sullo stato di emergenza nomadi. Questa sentenza comporta, di conseguenza, l'annullamento delle ordinanze di nomina dei commissari straordinari per l'emergenza, ma anche di tutti i successivi atti commissariali in quanto adottati in carenza di potere.
Come diretta conseguenza dello stato di emergenza, una delle azioni più recenti in attuazione del Piano Nomadi del Comune di Roma, è sicuramente la costruzione del nuovo campo in località La Barbuta collocato in un'area non adatta all'insediamento umano. La costruzione dell'insediamento, in base alla sentenza del Consiglio di Stato, è colpito da inefficacia in quanto risultato di un atto del commissario-straordinario «in carenza di potere». Per tale ragione la costruzione del campo La Barbuta, disposta dal prefetto-commissario Pecoraro, e quindi in deroga alle norme vigenti, non può essere considerata legittima e va immediatamente sospesa nell'attesa che si promuovano azioni in linea con quanto stabilito dal Consiglio di Stato.
Inoltre questo campo evidenzia un notevole sperpero di denaro pubblico. Prima di realizzare il campo sono stati compiuti i lavori per i rilievi archeologici dell’intera area, costati un milione di euro. Successivamente è stata realizzata una parziale bonifica per la quale l’assessorato all'ambiente di Roma Capitale ha stanziato 530 mila euro. Per la costruzione del campo sono stati poi spesi più di 6 milioni di euro. Per i costi accessori si sono stimati una somma di ulteriori 2 milioni di euro. In totale quindi la costruzione del campo della Barbuta è costata quasi 10 milioni di euro.
Il mantenimento del villaggio attrezzato, sempre secondo una stima costerà all’amministrazione circa 3 milioni di euro all’anno. Tra un anno il Comune di Roma avrà probabilmente speso per ogni ospite del nuovo “villaggio attrezzato” la somma di circa 20 mila euro e, per una famiglia di 5 persone, circa 100 mila euro. Il tutto con benefici minimi o nulli per le persone accolte nell’insediamento e senza che sia possibile riscontrare elementi di una reale e concreta inclusione sociale.
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