Incompatibilità sindaci-onorevoli, Radicali: per Alfano vale sempre il principio anatomico? Almeno sette suoi parlamentari siedono ancora su due poltrone

Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani, e Giulio Manfredi, della Direzione di Radicali italiani:
“Vale per noi il principio anatomico, basta con doppi, tripli e quadrupli incarichi. Umanamente siamo concepiti per occupare una sola sedia e chi con un solo posto vuole occupare tre sedie finisce per lasciarne due vuote e quindi non fare bene”. Così, il 20 ottobre scorso, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, prendeva posizione dopo la sentenza della Corte costituzionale (n. 277) che sancisce l'incompatibilità tra gli incarichi di parlamentare e sindaco di un Comune oltre i 20 mila abitanti.
Vorremmo sapere da Alfano se non ha cambiato idea sul “principio anatomico” e se ha provveduto a informare di questa sua convinzione i suoi parlamentari. A 50 giorni dalla sentenza della Consulta, solamente Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania, si è dimesso dal Senato, dopo che un cittadino catanese aveva promosso ricorso (cosiddetta “azione popolare”), il tribunale si era rivolto alla Consulta e questa si era espressa, con la sentenza 277, in modo forte e chiaro: “gli artt. 1, 2, 3 e 4 della legge n. 60 del 1953 devono essere dichiarati costituzionalmente illegittimi, nella parte in cui non prevedono l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di Comune con popolazione superiore ai 20.000 abitanti”.
In Parlamento, per limitarci ai sindaci senza considerare i presidenti di provincia, ci sono ancora nove parlamentari, tutti di centrodestra (sette del Pdl, due del Carroccio) che si trovano in evidente situazione di incompatibilità e continuano a tenere il sedere su due poltrone. Al Senato abbiamo: Vincenzo Nespoli (PDL, sindaco di Afragola), Antonio Azzollini (PDL, sindaco di Molfetta) e Gianvittore Vaccari (Lega, sindaco di Feltre). Alla Camera i sindaci renitenti alle dimissioni sono: Adriano Paroli (PDL, Brescia); Giulio Marini (PDL, Viterbo), Nicolò Cristaldi (PDL, Mazara del Vallo), Marco Zacchera (PDL, Verbania), Michele Traversa (PDL, Catanzaro); Luciano Dussin (Lega, sindaco di Castelfranco Veneto).
Era davvero necessario attendere che la Giunta delle elezioni di Camera facesse proprie le decisioni della Corte Costituzionale? Perché le opposizioni nei Consigli Comunali non si sono mosse? Bastava infatti esercitare l’azione popolare. Proprio per questo, sebbene almeno la Camera dei deputati abbia aperto un’istruttoria, offriamo ai cittadini delle città governate dai doppiopoltronisti il testo -preparato dall'avvocato radicale Antonio Polito di Torino- del ricorso per un’azione popolare che metta la parola fine all’ennesima illegalità italiana.
N. B. Il testo del ricorso
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