Testamento biologico: quando il morto è morto, possono valere le Dat

Testamento biologico

 Stamani sono iniziate le audizioni sul testamento biologico in merito alle modifiche apportate dalla Camera dei Deputati al testo Calabrò. La prima è stata quella prof. Giuseppe Gristina, coordinatore della Commissione di bioetica Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti). I rilevanti appunti nel merito consultabili già da luglio sul loro sito Internet ci sono stati meglio spiegati in audizione.

In particolare ci siamo soffermati sull'art.3, comma 5 del ddl che recita testualmente come "la dichiarazione anticipata assume rilievo nel momento in cui il soggetto si trovi nell'incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attivita' cerebrale integrativa corti-sottocorticale e, pertanto, non possa assumere decisioni che lo riguardano."
La traduzione di questa dizione "apparentemente tecnica e scientifica" è che le Dat assumono rilievo quando il paziente è MORTO, ossia quando non c'è più alcuna attività del sistema nervoso. E se nelle Dat comparisse perfino una richiesta di un qualsivoglia trattamento sanitario, si chiede forse ai medici di intervenire sul cadavere?
Credo che questa modifica basti da sola a far riflettere la maggioranza che deve portare lo scalpo al Vaticano della libertà di cura e di scelta a fermarsi un attimo a riflettere. Una mostruosità del genere neanche nei secoli più bui del medioevo l'avrebbero immaginata.
L'audizione è stata registrata da Radio Radicale e può essere riascoltata sul sito Internet.

Intervento della senatrice dei Radicali, Donatella Poretti, segretaria della Commissione Igiene e Sanità

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