Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale in Commissione Ambiente, ha presentato un ordine del giorno per l’abolizione delle agevolazioni sulle accise e per l’introduzione di tasse ambientali a partire dalle emissioni di CO2 che è stato accolto dal Governo. In proposito ha dichiarato:
“Con l’accoglimento del nostro ordine del giorno il Governo si è impegnatoa introdurre una componente aggiuntiva delle accise sulle emissioni di CO2 da settori non ETS, destinando il maggior gettito per finanziarel'alleggerimento degli oneri fiscali sui redditi da lavoro, in modo che consumatori di reddito basso e medio, vedano il loro reddito accresciuto grazie ad una rimodulazione dei consumi energetici.”
La parlamentare Radicale ha poi detto: “Un tributo iniziale di 13 cents di euro per tonnellata di CO2 renderebbe allo stato oltre 3 miliardi di euro l’anno che, in prospettiva di una progressiva crescita nel tempo, potrebbe generare 35 miliardi di euro annui, se si raggiungesse il livello svedese.”
Elisabtta Zamparutti ha poi concluso: “Con il nostro ordine del giorno il Governo si è anche impegnato a valutare l'introduzione di altre tasse sull'emissione di sostanze inquinanti (SO2, NOX eccetera) e a rivedere, per abolirle, le agevolazioni sulle accise a partire da quelle sui combustibili che gravano per almeno 3,5 miliardi di euro annui sulle casse dello Stato. Insomma una vera rivoluzione. Si tratta però di operare perché tutto ciò si traduca in fatti concreti.”
Segue testo ordine del giorno accolto nella seduta n. 518 del 14 settembre 2011:
“La Camera, premesso che:
gli impegni a raggiungere nel 2020 valori minimi di penetrazione di fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni-serra ed efficienza energetica richiedono crescente supporto ma già oggi gravano sulle bollette energetiche in modo pesante pur senza disincentivare in modo specifico i consumi energetici meno sostenibili;
un'alternativa almeno parziale ai sussidi alle fonti energetiche sostenibili sono forme di tassazione di natura ambientale. Le quali possono fornire disincentivi ai consumi energetici meno sostenibili (per esempio non rinnovabili o con maggiori emissioni-serra o con maggiore produzione di rifiuti) avvantaggiando di conseguenza le filiere rinnovabili o a minor impatto ambientale;
nel nostro Paese, i settori esclusi dall'Ets emettono 330 milioni e 450 mila tonnellate di CO2, il 50 per cento in più rispetto ai settori soggetti all'Emission Trading Scheme (220 milioni e 300 mila tonnellate) secondo una stima della società di consulenza Althesys;
il 13 aprile 2011 la Commissione UE ha emanato una proposta (COM2011 - 169) di revisione della direttiva 96/03/CE che attualmente regola l'ammontare minimo delle accise sui prodotti energetici. Tale proposta reca da un lato norme per l'omogeneizzazione dell'ammontare minimo di accisa basandolo sull'effettivo contenuto energetico, dall'altro introduce una nuova componente legata alle emissioni convenzionali di CO2, parametrata su un valore di 20 euro/T. La relazione introduttiva della Commissione, in linea con la proposta radicale, auspica che il maggior gettito delle accise sia utilizzato per ridurre i contributi sociali sul lavoro a carico delle imprese, al fine di aumentare il potenziale di crescita economica delle nuove misure;
il gettito di una simile imposta supererebbe i 3 miliardi annui iniziali e se, crescendo progressivamente nel tempo, raggiungesse i livelli della Svezia, potrebbe rendere allo Stato 35 miliardi di euro annui (stime Althesys);
inoltre le agevolazioni sulle accise, in gran parte relative al consumo di combustibili fossili, gravano per oltre 3,5 miliardi di euro, violando i principi del libero mercato e contribuendo a sostenere settori che inquinano;
le politiche fiscali continuano a trascurare le grandi potenzialità fiscali che ha l'ambiente,
impegna il Governo:
a tenere anche in considerazione gli effetti ambientali delle nuove norme in materia fiscale;
prevedere una componente aggiuntiva delle accise sui prodotti energetici che valorizzi l'impatto in termini di emissioni-serra del consumo di combustibili non rinnovabili e non già gravati dall'emission trading system;
assicurare l'utilizzo del maggior gettito della misura di cui al punto precedente per finanziare l'alleggerimento degli oneri fiscali sui redditi da lavoro, in modo da implicare, almeno per consumatori di reddito basso e medio, la possibilità di aumentare il proprio reddito disponibile attraverso una rimodulazione dei consumi energetici;
a valutare l'introduzione di altre tasse sull'emissione di sostanze inquinanti (SO2, NOX eccetera);
rivedere, per abolirle, le agevolazioni sulle accise a partire da quelle sui combustibili.
9/4612/141.Zamparutti, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.”
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