Manovra, De Lucia: siamo alla bancarotta finale della partitocrazia. Nessuna riforma strutturale, misure estemporanee, mentre i veti di Lega e sindacati sulla previdenza annunciano e assicurano un futuro di miseria

Il circo della manovra-fantasma – che appare, scompare, ricompare prima con un testo e poi con un altro – certifica la bancarotta finale (e fraudolenta) della partitocrazia. In ogni caso, le misure che vanno e vengono hanno, nelle loro varie versioni che si rincorrono compulsivamente le une con le altre, un denominatore comune: nessuna riforma strutturale, nessun piano di rientro dal debito, rigore assoluto solo nel non toccare nessuna delle rendite di posizione corporative del Paese, incapacità anche solo di immaginare la realizzazione di quelle infrastrutture giuridiche e istituzionali che sarebbero indispensabili per un corretto ed efficiente funzionamento dei mercati concorrenziali. Per capire cosa significhino queste parole, è ormai lecito il sospetto che Bossi e Berlusconi (ma non solo loro) abbiano bisogno dell’interprete.
Quanto accade in particolare sulle pensioni è scandaloso: l’alleanza, nei fatti, tra Lega e sindacati per non toccare nulla, equivale a condannare milioni di italiani ad un futuro ormai certo di miseria. Intervenire sulle pensioni di anzianità, innalzando l’età pensionabile, e la liberalizzazione dell’età massima lavorativa, sono riforme non più rinviabili. Stiamo passando dal conflitto tra generazioni all’esecuzione sul posto delle generazioni più giovani, quelle che non avranno una pensione perché le pensioni dei padri sono intoccabili. Per la cronaca, gli ultrasettantenni, dai 5 milioni di oggi, passeranno entro il 2050 a 16 milioni, quasi il 27 per cento della popolazione.
Tra gli emendamenti radicali depositati al Senato, ci sono quelli sull’età pensionabile (a regime, sette miliardi di euro di risparmi ogni anno) e per la liberalizzazione dell’età massima lavorativa (risparmi fino a 2,3 miliardi di euro). Al governo basterebbe un copia-incolla...
Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani
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