Segreto di Stato, Pdm: la questione va chiarita in Parlamento, presentata interrogazione

Segreto di Stato
"La questione dell'opposizione del "segreto di Stato" da parte del Premier alle indagini della Procura sulla vicenda dell'arsenale trasportato a bordo di un traghetto civile dalla Sardegna al porto di Civitavecchia va chiarita nelle competenti sedi parlamentari. 
Lo chiede  in una interrogazione diretta al Presidente del Consiglio dei ministri il deputato radicale  Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia  (Pdm).
Turco chiede anche di sapere quali siano i motivi che hanno impedito l'esecuzione dell'ordinanza emessa dalla procura di Torino con la quale si ordinava la distruzione delle citate armi e dove siano attualmente conservate le armi elencate nell'articolo in premessa e se l'ingente quantitativo di armi sia stato consegnato alle forze combattenti del Consiglio nazionale di transizione quando e con quali mezzi."
Di seguito il testo dell’interrogazione:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano «la Repubblica» del 19 luglio ha pubblicato un articolo dal titolo «Quel traghetto con le armi cala il segreto di Stato su missili e Kalashnikov»;
nell'articolo si legge «A chi sono stati ceduti missili, razzi e kalashnikov trasportati su due navi passeggeri dalla Sardegna a Civitavecchia? Quale era la destinazione del maxiarsenale custodito in bunker sotterranei a Santo Stefano, nell'arcipelago della Maddalena? È stato consegnato a ribelli libici anti-Gheddafi? Non lo sapremo presto: dopo l'avvio di un'inchiesta, la Marina ha comunicato alla magistratura di non poter fornire dettagli perché la presidenza del Consiglio ha apposto il segreto di Stato sulla faccenda. Si parla di 30mila fucili mitragliatori, 32 milioni di proiettili per gli Ak-47, 400 Fagotterra-aria, 5mila katiuscia. Tutti fabbricati a suo tempo in Urss. Esportati dall'oligarca Zukhov. E confiscati da forze Nato nel 1994. [...] Il trasporto risale al 18-20 dello scorso maggio. Poco dopo la Procura prende contatti col Comando della Marina. Convoca diversi ufficiali. Fa interrogare dalla polizia giudiziaria i capitani dei traghetti (in quei giorni trasportavano più di 700 passeggeri) e i responsabili per l'Esercito per l'autotrasporto. [...] Mentre la Marina s'affretta a dire che le armi erano state rese inerti e che a bordo delle due navi non è mai stato portato esplosivo, la magistratura ottiene la conferma che missili, razzi e kalashnikov avrebbero dovuto essere distrutti sin dal 2006. Un ordine in tal senso era stato dato dalla Procura di Torino. [...]";
il 4 aprile 2011 il Ministro degli affari esteri italiano Franco Frattini ha reso noto che l'Italia ha deciso di riconoscere il Consiglio nazionale di transizione come «unico interlocutore legittimo» in Libia;
il 1o luglio l'agenzia Agenpari ha diffuso un comunicato del Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia «LIBIA: COMELLINI (PDM), LA RUSSA DICA SE ITALIA HA INVIATO ARMI - "Dopo le ammissioni da parte della Francia sull'invio di armi ai ribelli libici che combattono contro il regime di Gheddafi, nella considerazione che dalla metà dello scorso mese di aprile operano sul suolo libico 10 militari italiani con il compito di «istruttore», mi sembra doveroso che il Ministro della difesa La Russa riferisca urgentemente al Parlamento sulla tipologia degli aiuti che fino ad oggi sono stati inviati ai ribelli libici e che escluda categoricamente l'invio di armamenti di qualsiasi natura. Questi chiarimenti mi sembrano doverosi e necessari, perché le decisioni spesso contraddittorie che fino ad oggi La Russa ha assunto sulla conduzione delle operazioni da parte delle Forze armate nell'ambito della guerra libica, sommate al più totale riserbo che circonda le azioni belliche dei militari italiani e alla notizia diffusa lo scorso 31 marzo dall'agenzia TMnews secondo cui Barack Obama avrebbe firmato un ordine segreto per autorizzare l'invio di armi e sostegno di altra natura alle forze che combattono contro il regime di Gheddafi, rendono legittimo ritenere che anche il Governo italiano possa aver agito come quello francese» -:
quali siano i motivi che hanno impedito l'esecuzione dell'ordinanza emessa dalla procura di Torino con la quale si ordinava la distruzione delle citate armi e dove siano attualmente conservate le armi elencate nell'articolo in premessa;
se l'ingente quantitativo di armi sia stato consegnato alle forze combattenti del Consiglio nazionale di transizione quando e con quali mezzi;
quali siano state le ragioni che hanno indotto il Presidente del Consiglio dei ministri a apporre il segreto di Stato sulla vicenda di cui in premessa e se non ritenga doveroso rappresentarle nelle competenti sedi parlamentari.

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