Governo e lobby. Radicali: Renzi si pronunci sul caso "Pistelli".

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Nel giugno 2015, al momento del repentino passaggio di Lapo Pistelli dal governo italiano all’Eni, avevamo denunciato la palese violazione della legge 60/1953 sulle incompatibilità parlamentari. L’Antitrust diede il nulla osta al passaggio di casacca di Pistelli rifacendosi unicamente alla legge sul conflitto di interessi (L. 215/2004), senza minimamente considerare la legge precedente, ancora pienamente in vigore.

Oggi, in un contesto politico connotato da maggiore attenzione al tema della trasparenza dei rapporti fra esecutivo e imprese dell’energia, occorre porre nuovamente sul tavolo il “caso Pistelli”, anche perché la violazione di legge non è stata sanata ma aggravata dal trascorrere del tempo.

Ai sensi dell’art. 6 della legge 60/1953, chi abbia rivestito funzioni di Governo, anche dopo la cessazione del mandato parlamentare, deve attendere almeno un anno prima di “assumere le cariche o le funzioni di amministratore, presidente, liquidatore, sindaco, revisore, direttore generale o centrale, consulente legale o amministrativo con prestazioni di carattere permanente, in associazioni o enti che gestiscano servizi di qualunque genere per conto dello Stato o della pubblica Amministrazione, o ai quali lo Stato contribuisca in via ordinaria, direttamente o indirettamente.”

Lapo Pistelli è attualmente vicepresidente senior dell’Eni, dove si occupa “di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders – in Africa e Medio Oriente – e dei progetti sulla sostenibilità” (fonte: wikipedia). Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha il controllo di fatto in Eni S.p.A. in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP S.p.A.).

La legge è uguale per tutti!

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