Carceri: Antigone aderisce a sciopero della fame Pannella. Migliaia i detenuti in digiuno per amnistia, oltre 500 i loro familiari

“Aderisco per la giustizia sostanziale, perché la giustizia formale ha fallito”, ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone (Associazione per i diritti e e garanzie nel sistema penale) che in questi giorni festeggia i vent’anni di attività, annunciando ai microfoni di Radio Radicale l’adesione all’iniziativa di Marco Pannella, giunto oggi al 33 esimo giorno di digiuno affinché venga varato un provvedimento di amnistia.
“68 mila detenuti ristretti in 44 mila posti letto, condizioni di vita intollerabili per un paese democratico, internamento di massa di persone che non sono socialmente pericolose. Di fronte a tutto ciò è necessario un atto di giustizia sostanziale, per questo è importante lo sciopero della fame di Pannella ed è importante che vi sia adesione da parte dei detenuti e di chi come noi da vent’anni ripropone e sostiene con forza le sue stesse argomentazioni. Insieme potremo forse rompere l’omertà mediatica che ci opprime e quell'indifferenza politica che impedisce non solo di discutere l’amnistia o un progetto più ampio di riforma del codice, ma anche alcune insignificanti mozioni parlamentari.
Amnistia è una parola che deve far ricordare a tutti che nelle galere ci sono persone i cui diritti umani sono profondamente violati”, ha spiegato Gonnella.
Ed è sempre più ampia la partecipazione all’iniziativa del leader radicale nelle carceri d’Italia, dove sono ormai migliaia i detenuti in sciopero della fame. In queste ore hanno aderito gli istituti di Brindisi e dell’Ucciardone, mentre si continua a digiunare a Regina Coeli, Rebibbia, Rieti, Fuorni, Poggioreale, Catania Piazza Lanza, Sassari San Sabastiano, Agrigento, Cagliari Buon Cammino, Vercelli, Velletri, Milano Opera e San Vittore, Imperia, Ancona, Prato, Ariano Irpino, Venezia, Alessandria, Lanciano, Lucca, Marassi e Santa Maria Capua Vetere.
Oltre cinquecento sono invece le adesioni tra i familiari dei detenuti, che si sono così uniti alla lotta di Marco Pannella e dei loro cari, per porre fine allo stato di illegalità delle carceri italiane.
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