Contributi silenti, Comellini (Pdm): i precari delle forze armate ne chiedano la restituzione

Militari, parata

“La questione dei "contributi silenti" riguarda anche l'intero mondo del precariato militare il cui trattamento economico è assoggettato alla contribuzione obbligatoria nella misura dell8,80% (circa) a favore dell'INPDAP.

Nella ipotesi di cessazione di lavoro al termine delle ferme annuali, biennali e quadriennali, e quindi senza il raggiungimento del limite minimo per avere diritto al trattamento pensionistico, in caso di mancato ricongiungimento con altri periodi utili derivanti da altri rapporti di lavoro, i contributi versati restano all'ente previdenziale che li utilizza nell'ambito della gestione per il pagamento delle altre pensioni.
Sono circa 30.000 i precari delle forze armate che ogni anno versano in media 1.200 – 1.500 euro a testa alla cassa previdenziale INPDAP senza ottenere assolutamente nulla quando il rapporto di lavoro si estingue.
Ogni anno nelle casse dell’INPDAP i precari in divisa versano 36 – 45 milioni di euro.
Quei pochi militari che invece hanno la fortuna di essere stabilizzati e quindi sono assunti a tempo indeterminato nelle Forze armate o di polizia si ritrovano a dover pagare nuovamente per riscattare gli anni maturati al fine di non perdere i contributi versati – e già pagati -durante il periodo di contratto a termine.
Per questi motivi il PDM aderisce convintamente all’iniziativa dei radicali e invita tutti i “precari” in divisa ad aderire e sostenere l’appello lanciato dal partito radicale direttamente sul sito http://www.radicali.it/contributi-silenti

Lo dichiara Luca Marco Comellini - Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm).

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