Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale in Commissione Ambiente, sul dl Sviluppo che introduce un diritto di superficie avente durata di novanta anni ha rivolto un’interpellanza al Presidente del Consiglio per chiedere di riesaminare il dl Sviluppo nel prossimo Consiglio dei Ministri. In particolare la deputata Radicale chiede che “sia cancellato l’art 3 che rischia di provocare effetti devastanti sull’ambiente e sul paesaggio delle coste italiane e sia assicurato il pieno rispetto della direttiva Bolkestein del 2006”.
“L’approvazione di questo dl costituirebbe un ulteriore contributo alla devastazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico italiano già pesantemente attaccato da speculatori e inquinatori di ogni genere”, ha dichiarato Elisabetta Zamparutti.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Premesso che:
nelle norme contenute nel dl Sviluppo approvato dal Consiglio dei Ministri il 5 maggio 2011 è previsto all’art 3, tra le altre cose, che: "Per incrementare l'efficienza del sistema turistico italiano, fermo restando il diritto libero e gratuito di accesso alla battigia anche ai fini di balneazione, è introdotto un diritto di superficie avente durata di novanta anni";
il diritto di superficie è uno strumento di diritto privato che prevede anche la possibilità di costruire sia sul terreno ottenuto in gestione sia su quelli limitrofi;
fatta eccezione per scogli e bagnasciuga, il decreto rende possibile costruire su arenili, senza limitarsi, come finora è stato, a chioschi e piccole strutture destinate all'attività di affitto di ombrelloni e sdraio;
secondo gli ambientalisti le conseguenze dell’art 3 saranno devastanti se associato ad altri articoli del decreto che consentono variazioni di destinazione d'uso dei fabbricati, aumento di cubature, silenzio-assenso per costruire, sgravi fiscali per i distretti turistici con la possibilità di costruire sui trecento metri dal mare;
la Commissione europea, secondo quanto riferito da Chantal Hughes, portavoce del commissario al Mercato interno Michel Barnier, ha chiesto alle autorità italiane chiarimenti atteso che quanto stabilito nel dl Sviluppo non sarebbe conforme alle regole del mercato unico europeo;
infatti secondo l'articolo 12 della direttiva Bolkestein del 2006, le concessioni devono essere "rilasciata per una durata limitata adeguata e non possono prevedere la procedura di rinnovo automatico nè accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami”;
la portavoce ha ricordato che nel 2009 e nel 2010 la Commissione aveva già inviato due lettere di "messa in mora", il primo passo della procedura di infrazione, contestando in particolare all'Italia il rinnovo automatico degli affitti degli stabilimenti balneari per sei anni, senza procedere con il sistema delle aste;
a giudizio degli interroganti, la norma aggrava ulteriormente quanto già stabilito dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, che introducendo il federalismo demaniale fa partire una massiccia operazione di vendita del patrimonio di tutti che andrà a vantaggio di pochi, per di più con il rischio di alimentare la speculazione immobiliare;
si chiede di sapere
se non ritenga il Presidente del Consiglio di riesaminare il dl Sviluppo nel prossimo Consiglio dei Ministri perché sia cancellato l’art 3 che rischia di provocare effetti devastanti sull’ambiente e sul paesaggio delle coste italiane.
quali provvedimenti intenda adottare per assicurare il pieno rispetto della direttiva Bolkestein del 2006.
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati