A Zingaretti manca l'uomo del bilancio

Dalla Rassegna stampa

Un uomo solo in Regione. Nel senso che ieri, subito dopo l’investitura ricevuta dalla Corte d’Appello, Nicola Zingaretti ha preso possesso del suo ufficio di presidente della Regione sulla Colombo, senza avere ancora chiara la squadra di dieci assessori. Ad accoglierlo c’era un gruppo di dipendenti che l’ha applaudito e il vicepresidente uscente, Fabio Armeni, mentre l’ex governatrice Renata Polverini non si è fatta vedere. Armeni l’ha giustificata senza troppa convinzione: «Aveva impegni alla Camera». In compenso oggi a Zingaretti arriverà una lettera del sindaco Gianni Alemanno: «Conterrà tutte le richieste per Roma Capitale e, al primo punto, chiederò di approvare la legge regionale per portare a compimento la riforma e dare finalmente alla nostra istituzione i poteri che le competono».

Zingaretti è arrivato su una Scenic, la sua auto privata, si è prestato alle foto di rito davanti al Palazzo, e poi ha spiegato: «Alle famiglie che vivono il presente con una grande paura vorrei che arrivi un messaggio piccolo ma importante da parte nostra, di speranza. Ci rimboccheremo le maniche subito e ci metteremo al lavoro per fare in modo che questa percezione di paura venga meno. Sarà al centro della nostra attenzione l’esigenza di ricostruire la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Cominceremo innanzitutto da noi ha aggiunto Zingaretti - dalla politica che dovrà dare grandi segnali di austerità, sobrietà, umiltà e di un modo di gestione della cosa pubblica all’insegna della trasparenza, della legalità, affinché sia chiaro che noi siamo qui in maniera assolutamente transitoria per governare per i cittadini la cosa pubblica». Dopo lo scandalo Fiorito e infine, lo tsunami grillino che nel Lazio ha interessato più le elezioni politiche che regionali, non potevano che essere queste le prime parole del nuovo governatore.

LA PRIMA USCITA PUBBLICA
Oggi Zingaretti farà la sua prima uscita pubblica e parteciperà alla conferenza dei presidenti delle Regioni. Intanto, però, per rimboccarsi le maniche e dare segnali di austerità serve una giunta. A quanto pare Zingaretti è ancora indietro nella scelta dei nomi. Chi si aspettava, di fronte a una vittoria che sembrava scontata da mesi, una formazione di governo già pronta dopo pochi giorni, resterà deluso. Da ieri sono scattati i dieci giorni per insediare la giunta e Zingaretti li userà tutti. Se ne parlerà la prossima settimana. Subito dopo il voto, si era messo alla ricerca di un fuoriclasse per l’assessorato più delicato, il Bilancio. Ha provato ad attingere anche tra chi aveva avuto incarichi di governo in passato, ma il tentativo è andato a vuoto. E la ricerca è ancora in corso. Per la vicepresidenza c’è Massimiliano Smeriglio, Sel, mentre Michele Civita, già assessore in Provincia, dovrebbe essere arruolato anche in Regione, forse all’Urbanistica e all’Ambiente. Da Rieti spunta Fabio Refrigeri, da Latina Sonia Ricci (forse all’agricoltura). I socialisti, che hanno eletto un consigliere regionale, hanno provato a suggerire due nomi: l’ex sottosegretario Gian Franco Schietroma o Gerardo Labellarte. Ieri intanto il Tar ha rinviato di un mese la decisione sul ricorso presentato dai Radicali e altri, contro la convocazione a 50 consiglieri delle elezioni regionali, invece che a 70 come prevede lo statuto. Donato Robilotta, uno dei ricorrenti è soddisfatto: «Questo dimostra che il nostro ricorso è fondato».

 

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