In volo per la partita o per il Gp Dagli abusi del governo Berlusconi alla sobrietà imposta da Monti

Dalla Rassegna stampa

Il primo a rimanere fregato fu Remo Gaspari, ras dell’Abruzzo nella Prima Repubblica. Lo pizzicarono che utilizzava un elicottero dei Vigili del Fuoco per andare a vedere la partita della Roma. Prima di lui, forse non si abusava tanto dei velivoli di Stato. O forse non c’era la dovuta attenzione. Fatto sta che da Gaspari in poi si sono moltiplicati in maniera esponenziale gli avvistamenti, gli scandali, le denunce. C’è da dire che con la Seconda Repubblica è diventato quasi un vezzo del potere, l’abuso del volo di Stato. E quindi è sterminato l’elenco dei viaggiatori a scrocco. Si va dal generale Roberto Speciale che usai velivoli della Guardia di Finanza per portare le spigole dalla Sicilia al Trentino, a Clemente Mastella e Francesco Rutelli che si fanno portare fino a Monza per presenziare al Gran Premio. E ancora: Fausto Bertinotti, da presidente della Camera, usò l’aereo di Stato per andare in visita al Monte Athos, in Grecia, poi per una vacanza con la moglie sulla costa bretone, e ancora a Parigi per le nozze della nipote del banchiere Mario D’Urso. Altri tempi. Oggi Laura Boldrini annuncia con massima ufficialità: «Ho rinunciato completamente ai voli di Stato. Probabilmente primo presidente della Camera a farlo». Con la crisi che morde le famiglie, farsi pizzicare su un aereo di Stato a sproposito ti marchia. Ne sa qualcosa Ignazio La Russa, il quale, da ministro della Difesa nell’ultimo governo Berlusconi, una sera utilizzò un volo militare per andare da Roma a Milano e quella sera stessa andò a vedere l’Inter. «Una bufala», si difese. Ma intanto passò per scialacquone. Silvio Berlusconi è stato l’utilizzatore più sfrenato dei voli di Stato. Dopo le polemiche che avevano coinvolto Mastella e Rutelli, rispettivamente ministro della Giustizia e ministro dei Beni culturali e del Turismo, Prodi aveva dato una bella stretta all’uso dei voli di Stato. L’anno dopo, però, il Cavaliere tornò al governo. E riprese la corsa dei cieli. Le spese lievitarono immediatamente. Da 23 milioni a oltre 60 milioni in un anno;Nel 2010 l’ufficio viaggi di palazzo Chigi toccò il record: l4mila ore volate. Tutti i ministri in aria. Talmente tante erano le richieste di palazzo Chigi, a quel punto, che gli aerei affidati al 31° stormo dell’Aeronautica non bastarono più. Berlusconi cominciò a usare pure gli aerei della Fininvest, a cui diede la veste di voli di Stato. Ne discese un’ennesima inchiesta, presto chiusa perché si scopri che le spese le pagava l’azienda del presidente del Consiglio e che la veste di volo di Stato serviva per semplificare le procedure di volo.

Lui, il Cavaliere, inizialmente se la prese molto con chi cavalcava questa polemica. « Di voli di Stato - disse - ne abbiamo fatti più del governo precedente perchè ci siamo trovati in mezzo ad una crisi e siamo dovuti andare in giro per il mondo». Poi però l’amore di Berlusconi per gli aerei dell’Aeronautica divenne una materia da giudici, con l’accusa di peculato, per aver scorrazzato sul volo di Stato tra Roma e Olbia, con destinazione villa La Certosa, il cantante Mariano Apicella e tante ragazze. Si era ai prodromi del bungabunga. Alla fine il Cavaliere fu prosciolto perché la procura di Roma sostenne che comunque quel volo si sarebbe fatto e il costo per lo Stato non sarebbe cambiato. Venne però l’inverno della crisi anche per l’Esecutivo Berlusconi. Giulio Tremonti cominciò a dare l’esempio, prendendo sempre più spesso ì voli di linea. Poi venne Monti. Cambiarono le regole. Anche i giornalisti al seguito, ora, dovevano pagare il biglietto. Le comitive divennero un ricordo del passato. E si poté passare sempre più spesso dall’uso dell’Airbus al piccolo Falcon: un notevole risparmio anche questo. A posteriori si vide che in 17 mesi il ministero degli Esteri, per via del suo incarico, usò 88 volte l’aereo di Stato; Elsa Fornero, 1 volta; Annamaria Cancellieri, mai. E oggi? Viaggi centellinati. Nel mese di luglio, ci sono stati 14 voli di Stato: 6 di carattere umanitario, 2 per una trasferta internazionale del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, 6 per viaggi istituzionali del ministro Emma Bonino. A giugno i voli erano stati 17: 6 di carattere umanitario, 1 per una trasferta a Berlino del ministro Maurizio Lupi, 1 per analoga trasferta in Lussemburgo del ministro Enrico Giovannini, il resto per viaggi della Bonino.

 

© 2013 La Stampa. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Valerio Federico e Alessandro Massari, Tesoriere e membro di Direzione di Radicali Italiani Da anni Radicali Italiani promuove la campagna dal titolo " Sbanchiamoli: fuori i partiti dalle banche!" per promuovere l'uscita delle fondazioni bancarie, controllate dagli enti locali che...
Roberto Formigoni è già stato condannato per due volte in primo grado dal tribunale penale di Milano per aver diffamato i Radicali nel corso dei processi che hanno accertato la falsità di centinaia di firme presentate dalle sue liste durante le elezioni regionali del 2010 in Lombardia, poi...
Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:   "È significativo che anche un costituzionalista tra i più illustri, come Michele Ainis, sposi la proposta di Radicali Italiani di far esprimere i cittadini sui singoli aspetti della riforma costituzionale invece di un...