Viola la privacy: vietato registrare le sedute comunali

Dalla Rassegna stampa

Altro che trasparenza. A quasi un anno dall'elezione di Pisapia, di passi avanti concreti ne sono stati fatti davvero pochi. A parte il sito sui parcheggi, dove una mappa interattiva ci dice quali parcheggi sono in costruzione e quali fermi, i progetti più importanti come l'anagrafe pubblica degli eletti e la pubblicazione online delle sedute consiliari giacciono ancora in commissione. (Per non citare il fatto che quando Carlo Masseroli ha passato ad Affaritaliani il testo completo del Pgt, è scoppiato il finimondo e all'assessora De Cesaris è venuto persino un attacco di colite).

La richiesta fatta dal radicale Marco Cappato sulla possibilità di registrare e riprendere in video le sedute del consiglio e delle commissioni è stata rispedita al mittente per motivi di privacy. «Siamo pronti a modificare il regolamento di funzionamento del consiglio, per aggirare questo ostacolo - spiega il promotore del progetto, Cappato - Certo non andrà in plenaria prima di luglio. Prima c'è da approvare il Pgt, e poi il bilancio».

Questione di priorità, ovviamente. Ma la prima volta che Cappato ha presentato la mozione sulla ripresa delle sedute del consiglio comunale era il 7 febbraio. In Commissione trasparenza erano tutti d'accordo. Ma gli uffici amministrativi hanno detto no. In una esaustiva e dettagliata lettera di 3 pagine la dottoressa Ileana Musicò, che è segretario generale del Comune (chiamata da Pisapia in persona, che l'ha sfoggiata in quanto rappresentante di quota rosa nel Comune) ha spiegato che le eventuali registrazioni attengono alla sfera privata degli eletti. In particolare si equipara la loro voce a "dati personali biometrici" e per questo si richiedono particolari tutele dal punto di vista della pubblicazione online ai fini della tutela della privacy. In verità, come indica anche il segretario comunale nella parte finale del parere, la soluzione c'è ed è semplice: modificare il regolamento comunale, sostanzialmente introducendo la possibilità di in- formare i singoli consiglieri di queste riprese, in modo che sia formalizzato la liberatoria sulla privacy. «Dando la possibilità di informare i consiglieri è come se si firmasse una liberatoria spiega Cappato - e in questo modo il Comune non va incontro a possibili azioni risarcitone». L'interpretazione data dal segretario generale è certamente ligia alla legge, ma forse anche un po' restrittiva. «Si è voluto garantire il Comune da eventuali contestazioni» spiega ancora il consigliere radicale. I prossimi passi, dunque, sono: andare in commissione con il testo del regolamento modificato, metterlo ai voti e poi ripresentarsi in consiglio, sperando che tutti siano d'accordo.

Il tempo, però, intanto passa. Tra due mesi il sindaco potrà celebrare il suo primo anniversario dalla vittoria, ma tra le stellette di cui fregiarsi non potrà appuntarsi quella di Comune più trasparente d'Italia. Torino e Bari, per esempio, hanno già l'anagrafe pubblica degli eletti. Milano ha un sito di parcheggi.
 

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