Vendita delle azioni Sea «Pronti a tornare indietro»

Dalla Rassegna stampa

La lunga notte della Sea. Le tensioni nella maggioranza non sono rientrate e il centrodestra ha messo il carico da 200 emendamenti: 150 del Pdl, 50 della Lega. Più 35 di Manfredi Palmeri del Terzo Polo, 5 di Raffaele Grassi dell'Idv e di Basilio Rizzo della Federazione della Sinistra e uno, infine, a firma congiunta del radicale Marco Cappato e del pidiellino Carlo Masseroli. Così, con le coalizioni spaccate e gli umori neri il consiglio comunale si è scaldato ieri sera per la maratona sulla delibera per la quotazione in Borsa della società degli aeroporti e per la vendita di Serravalle, con una seduta convocata ad oltranza. Il voto è atteso nella notte, a un soffio dalla deadline del 27 settembre, cioè oggi, termine ultimo per avviare le procedure di quotazione e ottenere le necessarie autorizzazioni in tempo utile per poter effettuare l'offerta nella finestra di fine novembre inizio dicembre. Pena lo slittamento all'anno prossimo.

Martedì notte era arrivato il via libera dal consiglio provinciale, dove il Pdl è in rotta di collisione con i cugini di Palazzo Marino. Per oggi è già fissata invece l'assemblea di Asam ed è convocato il Cda di Sea, dopo che è stato calcolato che mancano la bellezza di 52 passaggi tecnici per poter procedere alla quotazione. Il sindaco, Giuliano Pisapia, mercoledì sera ha provato a rassicurare l'aula. Ha garantito in consiglio comunale che dalla quotazione in Borsa la Sea «avrà un grande vantaggio economico e di sviluppo», precisando che in ogni caso il Comune avrà fino all'ultimo la possibilità di bloccare il collocamento se non ci sarà una risposta adeguata da parte del mercato. «Sarà un'operazione vantaggiosa - ha assicurato - e qualora così non fosse avremo tutte le possibilità di bloccarla, di non andare oltre e di scegliere strade diverse». Non solo. Il sindaco ha voluto esporre i rischi di non procedere di pari passo con la Provincia. Se Palazzo Isimbardi procedesse in solitaria alla vendita, ha osservato, «ci troveremmo la nostra quota di Serravalle sul groppone» e si verificherebbe «uno svilimento totale della nostra quota».

A proposito della Sea, Pisapia ha ricordato che ci sono diversi buoni motivi per quotarla. L'operazione servirà «a far ripartire la società» e ci saranno le risorse per gli investimenti. E ora, rispetto all'anno scorso, «la quotazione ha buone probabilità di successo» grazie a una situazione dei mercati più favorevole. Qualche ora prima, in commissione Aziende Partecipate, era stato il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, a fornire delucidazioni, precisando che un'eventuale quotazione in Borsa non è assimilabile ad un'alienazione. Bonomi ha inoltre spiegato che l'aumento di capitale di Sea previsto con la quotazione «sarà destinato prevalentemente a politiche di espansione anche esterne agli scali attualmente gestiti dalla società e per iniziative internazionali, sia nei settori avio, sia in quelli commerciali e collaterali».

Ma nulla è servito a smuovere l'opposizione. «Nella lettura di Pisapia non c'è strategia - ha attaccato Carlo Masseroli, capogruppo Pdl - Hanno tirato fuori dal cilindro una motivazione che non regge, perché non si sa neanche quanti soldi entreranno». Per quanto invece riguarda la Provincia, che l'altra notte ha approvato a maggioranza e con il voto di Udc e Gruppo Misto la delibera per la messa in vendita di Serravalle, attraverso Asam, il presidente Guido Podestà ha commentato: «Si tratta di un voto fondamentale per la valorizzazione degli asset della Provincia e, soprattutto, di rispetto verso l'obiettivo principale che è quello di preservare gli interessi pubblici per il bene dei cittadini e delle istituzioni».
 

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