Una strada per i nuovi Verdi

Dalla Rassegna stampa

Verdi italiani hanno conosciuto tempi migliori nel passato, ma nell'immaginario comune ancora oggi costituiscono una forza governativa ecologista, nonostante la diaspora di molti adepti e delle nostre tematiche verso altri partiti, specie Pd e Idv. Né il primo partito, però, né il secondo hanno dato prova di azioni ecologiche continuate ed incisive, perché nel loro contesto prevalgono altre pulsioni, più forti, che finiscono col mettere in secondo piano le esigenze "verdi" e soprattutto né gli uni né gli altri sentono veramente l'esigenza di un ribaltamento della scala dei valori politico-economici da perseguire. Nonostante la situazione politica attuale, e forse proprio per la situazione politica contingente, c'è bisogno di una Green Action efficace e di un partito politico verde all'altezza. Per me, infatti, non basta essere ecologisti al di fuori della politica: bisogna lavorare dall'interno del governo, nel bene e nel male, senza aumentare la schiera di quelli che si pongono al di fuori e al di sopra dei partiti (extraparlamentari, radicali) di cui saremmo solo dei cloni. Il mio modello è quello dei Verdi tedeschi, che sono riusciti ad entrare di forza nella mente della popolazione tedesca con azioni pragmatiche ed incisive.

È una strada molto difficile, che va compiuta con oculatezza, per evitare di dover al minimo intoppo ricominciare tutto daccapo. Occorre recuperare le forze migliori (mi riferisco anche alla diaspora), i soggetti più capaci e propositivi; fare rete con le associazioni, iniziare un cammino di internazionalizzazione indispensabile per avere una credibilità maggiore. In un momento in cui l'Europa tenta con fatica la strada di una economia e di una politica comune, noi dobbiamo rivolgerci a tutti i benpensanti del mondo e trovare in loro il consenso indispensabile per acquisire nuova forza. In un momento in cui la globalizzazione (intesa come puro elemento di forza economica) sta perdendo colpi, noi vogliamo ribaltare la scala dei valori: esaltare il "locale" contro il globale, e per farlo abbiamo bisogno dell'appoggio di una forza molto più grande della nostra. Credo che in un primo momento sia necessario puntare su poche azioni dirette, certe, praticabili in tempi ravvicinati attraverso atti quotidiani che ci rendano visibili. Gli errori compiuti sinora sono in parte dovuti all'avere scelto tematiche ideologiche difficili o impossibili da attuarsi a breve termine. La prima cosa da fare è recuperare sul piano della concretezza: come possiamo fare per risolvere i problemi? Non quelli irrisolti a grande scala (come il senso della Giustizia, dell'Uguaglianza, dell'Economia mondiale) ma quelli irrisolti a piccola scala (dispute locali, differenze sociali di quartiere, problemi economici di organizzazione del lavoro sul territorio). Da questi "fatti" scaturiranno gli input per risolvere quelli ad una scala leggermente più ampia, e così via. Infine puntare sull'innovazione: studiare, ad esempio, la trasformazione ecologica dell'industria, specie quella chimica, per proporla quando le esperienze fatte altrove sono convincenti, scommettere sulla capacità innovativa dei giovani, che per muoversi devono essere infiammati da un progetto e devono diventarne protagonisti. In un paese che sta invecchiando paurosamente, puntare sui giovani va controcorrente; ma solo i nostri giovani? No, occorre puntare anche sui figli nati in Italia da immigrati, che saranno il nostro -prossimo- domani e dopodomani. Abbiamo una grande ricchezza, il giornale Terra. Avere un giornale è come possedere un tamburo in una foresta: possiamo diffondere le nostre idee, dibattere con un'ampia rete (anche multimediale), evidenziare le contraddizioni in cui cadono quasi tutti i politici governativi, far conoscere le esperienze positive che vogliamo proporre come modello. Abbiamo un'altra grande fortuna: siamo caduti profondamente in basso. Da questo livello non possiamo che crescere, sempre che lo vogliamo e che lo facciamo uniti da una ideologia profonda e non da motivi contingenti.

*già consigliere ed assessore regionale dei Verdi in Campania

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