Un nuovo segretario per i Radicali

Per i radicali, storicamente, la figura del segretario del partito ha un valore particolare. Intanto si sa in partenza che non è il leader del partito. Quello resta comunque Pannella, il quale però non si candida se non in casi eccezionali, in ossequio a una teoria di Max Weber che raccomanda la distinzione fra leadership naturale e cariche statutarie.
La teoria fu esposta molti anni fa da un giovane, e allora radicale, Angelo Panebianco e così si trovò una cornice teorica a un problema pratico. Naturalmente il segretario ha comunque i mezzi statutari per farsi valere. Ma non è tanto questa la sua forza, che piuttosto sta nell'incarnare un tema che il partito mette al centro della sua iniziativa. Così il Pr ha avuto come segretari obiettori di coscienza, Roberto Cicciomessere e poi Jean Fabre e Olivier Dupuis, che non erano nemmeno italiani, e fu il primo partito rappresentato in Parlamento ad avere per segretario una donna, Adelaide Aglietta. Domenica i radicali hanno eletto segretario Demba Traore, un avvocato, africano del Mali, combattente per i diritti civili e musulmano praticante, come ha tenuto dire nella conferenza stampa di presentazione. E nella sua prima uscita da segretario ha citato il suo paese come un esempio della possibilità di convivenza fra Islam e democrazia. Si tratta di un tema epocale, sul quale si leggono numerose sciocchezze che proprio la storia e la persona del nuovo segretario radicale smentiscono. Secondo le migliori tradizioni del partito.
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