Un messaggio per i diritti

Dalla Rassegna stampa

L'ultimo della catena è stato Tenzin Phuntsog, religioso tibetano di appena quarant'anni. Sposato, padre di due bimbi, si è dato alle fiamme nella regione di Chamdo, dove si trova il monastero Karma. Si è immolato in nome del Tibet libero. Come altri undici, tra monaci e suore, che prima di lui che si sono determinati all'estremo gesto in quest'ultimo anno. Tenzin è sopravvissuto per miracolo. Altri non ce l'hanno fatta. E tuttavia il Dalai Lama resta in esilio dal 1959, il Tibet continua a essere in ceppi e la stampa, specie quella nostrana, sull'argomento continua a restare parecchio tiepida, per non dire indifferente.

Dopo l'auto-immolazione dei dodici buddisti tibetani, in rivolta contro la repressione operata da Pechino nel Tibet e nelle province limitrofe, è tempo che l'Italia dia un segnale al governo cinese. Ed è proprio sulla base di queste considerazioni che nasce "Insieme per il Tibet", meeting di solidarietà a sostegno della battaglia del popolo tibetano che è in programma alle 14 di oggi alla Camera, presso l'Aula dei gruppi parlamentari di via Campo Marzio. Un'iniziativa della fondazione Liberal, che si prefigge l'obiettivo di risvegliare la coscienza occidentale sullo sfruttamento che la Cina opera nella provincia himalayana, invasa con la forza dall'esercito maoista e da allora teatro di enormi repressioni sociali e religiose. Dopo la proiezione di alcuni video e di alcune fotografie, testimonianze vive di questo massacro silenzioso, prenderanno la parola Penpa Tsering, presidente del Parlamento tibetano in esilio, il lama geshe Gedun Tarchin, responsabile dell'Istituto di Cultura LamRim di Roma e uno dei maggiori studiosi delle pratiche religiose del buddismo tibetano, e Matteo Mecacci, presidente di Intergruppo per il Tibet. Ma all'incontro prenderanno parte anche esponenti della politica nazionale. Sono attesi gli interventi del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, dei capogruppo Pdl e Pd alla Camera, Fabrizio Cicchitto e Dario Franceschini, e del presidente della fondazione Liberal, Ferdinando Adornato.

Lo stesso deputato centrista è stato il primo firmatario della risoluzione approvata la scorsa settiamana dalla commissione Affari esteri della Camera, atta a sollecitare un'azione europea per esprimere "viva e forte preoccupazione" al Governo cinese rispetto al «protrarsi di una situazione di aperta violazione dei diritti umani, culturali e religiosi del popolo del Tibet».

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