Troppe onorificenze date a vanvera Palazzo Marino dimezza gli Ambrogini

Dalla Rassegna stampa

 L’Ambrogino d’oro, la massima benemerenza pubblica milanese, subisce una potatura: dopo la richiesta bipartisan presentata da Marco Cappato in commissione affari istituzionali, i premi che come da tradizione vengono assegnati il 7 dicembre a personaggi e istituzioni di rilievo per la vita meneghina passeranno da 70 a soli 35.

La decisione è stata comunicata ieri da Palazzo Marino dopo la riunione della commissione convocata per portare a termine la discussione sulla modifica al regolamento per la concessione delle civiche benemerenze. L’obiettivo dei consiglieri comunali era quello di ridurre polemiche e attriti che ogni anno si ripetono in consiglio in occasione della scelta fra i candidati al riconoscimento. Nella proposta si legge la comune esigenza di maggioranza e opposizione «di premiare personalità e associazioni il più possibile conosciute e apprezzate della città».

In questo modo la riduzione del numero procurerebbe «un accresciuto prestigio» delle benemerenze «e un più approfondito processo di selezione» lasciando meno spazio a polemiche sui personaggi individuati che, troppo spesso, nascondevano solo un pretesto di scontro in aula. Per il momento non si toccheranno quindi modalità e criteri per la candidature e la selezione, ma il numero dei prescelti: da un massimo di 70, ovvero 30 medaglie d’oro e 40 attestati, a partire dalla prossima edizioni si passerà a 15 medaglie d’oro e 20 attestati. «Credo sia un passo positivo», ha commentato il presidente del consiglio Basilio Rizzo: «Il mio parere personale è che la scelta debba essere in capo al sindaco. Per evitare le discussioni e le polemiche forse ci sono altre modifiche da fare.

Intanto, cominciamo a dimezzarle». Differente il parere dell’ex vice sindaco e consigliere per Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato secondo cui, nonostante sia «positivo che venga ridotto il range di un premio così prestigioso e che riguarda la, città, il problema rimane tutto nella metodologia di attribuzione delle benemerenze» unico nodo rimasto, per ora, ancorato alla tradizione degli Ambrogini.

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