"Troppe barriere anti-disabili. Torino è indietro di 30 anni"

Il Caso/Petizione in Comune per chiedere di applicare un piano del 1987
Abbattimento delle barriere architettoniche ed educazione degli automobilisti. Sono 638 le firme raccolte e presentate al consueto Diritto di Tribuna per richiedere di attivare le procedure necessarie all'adozione del Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche, conosciuto anche come Peba. Un piano che avrebbe dovuto trovare applicazione già nel 1987, un anno dopo l'entrata in vigore della Legge numero 41 del 1986, che ne prevedeva l'adozione da parte di tutti i comuni italiani. "E oggi questo progetto - sottolinea Giulio Manfredi, segretario dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta - non ha ancora trovato applicazione puntuale per garantire ai disabili il pieno diritto alla mobilità e alla partecipazione".
Insomma sotto la Mole - secondo gli autori della petizione - risultiamo indietro di quasi trent'anni per quanto riguarda l'accessibilità ad edifici pubblici e spazi aperti. Gravi mancanze che rischiano di tradursi in vere discriminazioni. Dal gradino invalicabile tra un incrocio e l'altro passando per il problema dei mezzi pubblici, non tutti ovviamente, dove un portatore di handicap in carrozzina non puo' salire nemmeno pregando. Ma nell'elenco degli orrori figurano anche porte strette, scalini, pendenze eccessive, persino pali collocati in mezzo ad un marciapiede. Problemi trascurabili per un normo-dotato, tabù per persone con un handicap motorio o fisico.
"Chiediamo al sindaco Fassino e all'intero consiglio comunale - continua Alessandro Frezzato, membro dell'Associazione Luca Coscioni - di utilizzare i pochi mesi che restano prima della fine del mandato per istituire il Peba, agendo in sinergia con le circoscrizioni, per avere una mappatura sistematica, strada per strada, quartiere per quartiere, delle barriere esistenti".
E nei prossimi giorni la petizione sarà oggetto di un esame congiunto da parte delle commissioni Trasporti, Sanità e Pari Opportunità.
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