Svolta di Alfano sui gay "Sì alle unioni civili ma più aiuti alle famiglie"

Dalla Rassegna stampa

Chi l’ha detto che il Nuovo Centro Destra di Alfano è chiuso ad ogni dialogo sul tema dei diritti delle coppie di fatto anche omosessuali? Angelino Alfano interviene direttamente per spiegare certe reazioni parecchio contrariate in casa sua dopo la sortita di Berlusconi, che si è detto pronto a «dar battaglia» sui gay. Dunque la linea ufficiale è questa: «Rispettiamo l’affettività di tutti - dice Alfano - Se c’è da garantire maggior tutela ai problemi delle tante persone che convivono noi siamo pronti. La soluzione sia però pragmatica e non ideologica. La nostra è un’apertura con un avvertimento: non si tocchi la famiglia naturale, composta da uomo e donna, come recita la Costituzione all’art.31 («La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose»). Anzi, in autunno devono partire dei provvedimenti, nel contesto della legge di stabilità e delega fiscale, che la rafforzino, perché è la famiglia il vero centro dello sviluppo sociale di questo Paese».

Ministro Alfano, l’Ncd ci ha ripensato? C’è un cambio di linea?
«Assolutamente no. Non abbiamo difficoltà a ragionare, nell’ambito del codice civile, di un tema che esiste ed è la tutela delle persone che convivono, anche gay. A patto che non si neghi li valore della famiglia, fatta da uomo e donna. Noi chiediamo un ribaltamento della politica fiscale che è ancora retaggio degli Armi Settanta. Nella prossima legge di stabilità devono essere raggiunti degli obiettivi precisi. Penso al Fattore famiglia che deve diventare l’elemento qualificante dell’azione fiscale del Paese. Ricordiamoci che, se l’Italia ha retto durante la crisi, lo si deve alle famiglie che hanno assistito gli anziani, mantenuto i giovani disoccupati. Sono loro la colonna vertebrale e vanno premiate con interventi mirati».

Mi faccia riassumere: si può discutere di tutela alle coppie gay però solo se si promuove la famiglia tradizionale.
«Non è uno scambio. Noi siamo pronti ad un’accelerazione su questo genere di tutele, la nostra è un’apertura significativa. Tuttavia ci sono tre paletti e una questione politica».

Cominci dalla questione politica.
«L’argomento va deideologizzato e la soluzione non può prestarsi ad estensione anche per sola via giurisprudenziale del matrimonio, dell’adozione, delle provvidenze. In nessun caso si deve far passare l’idea che si sta lavorando ad un superamento della famiglia così come la prevede la Costituzione».

I tre paletti.
«No ai matrimoni gay, no alle adozioni gay o all’utero in affitto, no alla reversibilità delle pensioni che oggi costa più di 40 miliardi all’anno ed è la più costosa in Europa. Nessuno capirebbe perché i maggiori oneri verrebbero inevitabilmente sottratti alla famiglia o ad altre emergenze».

Da Giovanardi a Sacconi i toni degli "alfaniani" sono. stati parecchio ultimativi.
«La nostra posizione di merito è la stessa, come testimoniano i nostri disegni di legge: rispetto di tutte le affettività e promozione della famiglia. Il meccanismo degli 80 euro deve essere ampliato alle famiglie che guadagnano più di 1500 euro al mese ma hanno più figli. Non possiamo immaginare che si intervenga sulle convivenze dimenticando loro. In autunno dobbiamo riformare il sistema passando dalle multidetrazioni all’inserimento del Fattore famiglia».

L’apertura sulla tutela delle coppie di fatto può eliminare un ostacolo tra voi e Renzi dentro il governo?
«Lavoreremo perché si arrivi ad un accordo. Il tutto deve far parte di un equilibrio purché siano salvi í principi».

Ce la farete?
«Ce la possiamo fare. Ma voglio vedere come si atteggiano i paladini dei cosiddetti diritti rispetto ai bisogni delle famiglie». Come mai Forza Italia ha preso la linea della battaglia per i gay? «Non commento, è la loro linea. Noi siamo un’altra cosa».

I teocon si sentono meno di un tempo.
«È un fatto che dentro Forza Italia l’area favorevole alla famiglia è in difficoltà. Ma non voglio entrare in vicende altrui».

Quanto conta Papa Francesco nelle dinamiche che si son venute a creare nella politica italiana?
«La Chiesa cattolica non ha cambiato posizione sui principi, questo Papa ha solo sottolineato la misericordia e la volontà di comprendere le nuove realtà della comunità ecclesiastica, lasciando, come sempre, alla responsabilità dei laici di tradurre in azione civile».

 

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