Sull'obiezione di coscienza la parola al Governo

È iniziata ieri alla Camera, in un'aula praticamente deserta, la discussione delle Mozioni concernenti «iniziative per la tutela del diritto all'obiezione di coscienza in campo medico e paramedico». Sotto la guida della vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, si sono svolte le relazioni di Luisa Capitanio (Udc), Maurizio Turco (esponente radicale del Pd), Antonio Palagiano (Idv), Livia Turco (Pd), Aurelio Misiti (Grande Sud-Ppa) e Andrea Sarubbi (Pd). Il confronto sulle linee generali delle quattro mozioni presentate si è però risolto con un nulla di fatto. La discussione è stata aggiornata dopo che il governo, come ha informato la Bindi, «ha fatto sapere che intende intervenire in sede di conferimento di pareri». Il primo firmatario della mozione di estensione e tutela dell'obiezione di coscienza, Luca Volontè (Udc) ha sottolineato la finalità di riaffermare il diritto assoluto di obiezione per tutto il personale sanitario e «soprattutto per i farmacisti rispetto alle varie pillole d'emergenza». «I firmatari della nostra mozione sono bipartisan - ricorda Volontè (il testo reca anche la firma del pd Beppe Fioroni) -, segno concreto che vi sono buone battaglie da fare per la vita, che vanno oltre gli schieramenti partitici». «È bene che il governo dia piena attuazione al diritto all'obiezione di coscienza - ha detto Paola Binetti (Udc) garantendone la completa fruizione senza alcuna discriminazione o penalizzazione, in linea con l'invito del Consiglio d'Europa». Anche Scienza & Vita, col presidente nazionale Lucio Romano, interviene nel dibattito: «Garantire il diritto all'obiezione di coscienza di tutto il personale sanitario è scelta di democrazia ineludibile che ha la sua fonte nella Costituzione».
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