La strada in salita dei nuovi fondi Ue

Tempi duri per l'Italia. La proposta che la Commissione Ue presenterà dopodomani sulla riforma dei fondi strutturali rischia di trasformare in una salita ripida la strada che collega Roma a Bruxelles. Vincolare l'erogazione delle risorse - come prevede la più accreditata delle ipotesi sul tavolo - ai conti pubblici in ordine è una spada di Damocle pesante per il nostro Paese, sotto stress su deficit e debito. Non è una buona notizia nemmeno il premio ai più virtuosi nell'utilizzo del sostegno europeo, dato che la Penisola risulta terzultima nella classifica dei Ventisette, con le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda. Neppure l'idea di creare una fascia intermedia di regioni, tra quelle più avanzate e quelle più arretrate, andrà a vantaggio del nostro Paese, perché sarebbero incluse regioni come Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna. A beneficiarne saranno invece le grandi e popolose aree di Spagna, Germania e Francia.
Almeno una buona notizia, però, c'è. La scelta di una corsia preferenziale per le piccole e medie imprese come obiettivo privilegiato dei fondi strutturali, che vede l'Italia in prima linea come potenziale beneficiario. Un aspetto non di poco conto che potrebbe servire da stimolo per invertire davvero la rotta.
© 2011 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati
SU