Stanze del buco, Pd e Radicali ai ferri corti

Il nuovo fronte è aperto, attende solo l'ingresso in Consiglio comunale, dove si segnerà un altra volta il campo: da una parte la sinistra più laica, dall'altra i moderati, con il Pd - e il sindaco - incaricati di trovare un punto di mediazione. Dopo il registro delle unioni civili, è il pacchetto di delibere radicali a spaccare il centrosinistra:«stanze del buco»per i tossicodipendenti, quartieri «a luci rosse», testamento biologico e task force anti discriminazione. Su queste proposte i Radicali hanno raccolto 30mila firme, e ora tocca al Consiglio pronunciarsi.
Accanto ai radicali, alcuni esponenti di Sel e della sinistra. Sul fronte opposto, i cattolici del Pd, che hanno già avvertito il partito: non lo seguiranno sulla linea radicale. «Uno degli scopi che dovrebbe avere un'Amministrazione comunale - dichiara per esempio Rosario Pantaleo - è quello di garantire il benessere dei propri cittadini quando non addirittura educarli ad un'opportuna cura della propria salute rimuovendo tutti gli ostacoli che ne impediscano l'attuazione».
«Anche per queste ragioni - aggiunge - è fondamentale che si faccia ogni sforzo per educare i cittadini al rispetto del proprio corpo e della propriamente ed operando per la cancellazione di tutte le possibili dipendenze. La cosiddetta «stanza del buco», invece, secondo Pantaleo, anziché «liberare» costringe chi vive una condizione di dipendenza a soggiacervi fino alle estreme conseguenze. Gli ha replicato Marco Cappato, consigliere comunale dei Radicali: «Se fosse vero quello che afferma Pantaleo, - dice l'ex parlamentare europeo pannelliano - allora avrebbe ragione lui a considerarla una soluzione inaccettabile. Pantaleo però non porta alcun dato scientifico». «In questo modo - sostiene Cappato - il dibattito rischia di restare su un piano puramente ideologico. Meglio invece discuterne senza pregiudizi».
I Radicali sollecitano l'amministrazione a un confronto cogliendo l'occasione offerta dai 6mila cittadini che hanno presentato questa proposta». Categorico il no del Pdl: «Le delibere laiche, se non fossero state supportate da 6mila firme di milanesi non meriterebbero alcun dibattito - dice Riccardo De Corato - perché sono fuorilegge». «A proposito della dichiarazione di Pantaleo - aggiunge - vorremmo sapere come fanno i cattolici che sono in Giunta e in Consiglio comunale a stare nella stessa maggioranza con i vari Cappato e Gibbilini».
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